CRONOLOGIA

 

 

 

Così come la vediamo oggi, a chi non conosce la sua gloriosa storia potrebbe sembrare che Messina sia una di quelle città della bella provincia italiana come tante, un po’ borghese, un po’ snobettina, anonima e senza passato. Ma le cose non stanno affatto così. Il passato è lì pronto a parlarci dobbiamo essere noi a saperlo ascoltare e a volere ricordare svegliandoci dal torpore e scrollandoci di dosso la fuligine che si è accumulata nella nostra memoria e nei nostri cuori. Messina ha percorso la Storia incontrandosi varie volte con l’Arte nelle sue varie espressioni di poesia, prosa, musica, pittura ed anche di cinema. Ha attraversato la Vita  scrivendo pagine importanti. Ha ospitato uomini illustri che dalla città hanno tratto ispirazione e nuova linfa per compiere grandi opere. Ha dato natali a filosofi, matematici, pittori, diplomatici, santi insomma a uomini di ingegno e di cuore. In questa pagina si vuole parlare di quegli uomini che con la Città sono venuti a contatto per varie vicende umane e storiche e con un reciproco arricchimento hanno lasciato la loro orma, la loro impronta in questa città e da Lei si sono fatti lusingare e affascinare.  Si vuole segnalare quei  fatti storici che hanno segnato Messina e Le hanno consentito che venisse denominata da Cicerone "Civitas Maxima et Locupettissima, Messina Caput Viarum".  Tutti noi cittadini di Messina abbiamo il dovere  di richiamare alla memoria tutto ciò che  abbiamo dimenticato  e ricominciare di nuovo ad essere grandi.

 

 

 

 

* MESSINA VIDE LA LUCE NEL  2148 a.C. ben 1375 anni prima che venisse fondata Roma, secondo alcune fonti, secondo altre doveva essere ancora più antica, infatti, in una vecchia pianta della città si leggeva: Antica e Massima città di Zancle, edificata da Zanclo nell’anno del mondo dopo il diluvio 268 ed avanti l’incarnazione 2421, Capo e signora di tutte le nobili città della Sicilia e Massima Repubblica.”.

 

* Fu rifondata dai greci intorno al 757 A.C per opera dei Calcidiesi fra cui Cratemene e Periere, nella zona Castellammare.- NEL  737 a. C. - 2.737 anni fa circa – ALTRI GRECI DI CORINTO FONDARONO SIRACUSA, NAXOS, I MEGARESI FONDARONO LENTINI, ALTRI CALCIDESI NEL '29 CATANIA; GLI ACHEI NEL '20 SIBARI E CROTONE. E' L'inizio Della Magna Grecia

 

 

 *  Dracma Calcidiese di Zancle/MESSINA  questo il nome della prima moneta. La nobile città di Messina batteva moneta già nel 530 a.C. Sulla moneta da ambo i lati c'era riprodotto il delfino e sotto di esso la scritta DANKLE  (Zancle) .

 

 

* Il Primo Messenion risale al 488-481 a.C.e aveva riprodotto su un lato una fronte leonina sull'altro il profilo di una testa di toro.  Quello d'oro rarissimo risale al 478-476 a.C. Riproduce su un lato la lepre di Orione sull'altro la biga con cavalli (forse Apollo). 

 

 

* Tra il XII e il VI secolo a. C, epoca in cui presumibilmente visse Omero considerato il primo poeta epico, trovano ambientazione proprio nell’area dello Stretto Miti quale quello delle Sirene, di Scilla, di Cariddi, dei quali si parla nell'Odissea e a cui dovette far fronte l’astuto Ulisse nel superare questo braccio di mare temibile per i naviganti e i cui suoni, profumi e colori chi transitava si portava nel ricordo e celebrava nelle sue opere. (http://www.granmirci.it/MITI.htm )

 

 

* I messinesi, come i greci da cui discendevano, avevano in grande considerazione la cura del corpo e della cultura dei loro cittadini. La Storia ci racconta che due giovani messeni abbiano partecipato e vinto nei famosi giochi olimpici che si celebravano in Grecia: Simmaco vinse nella corsa, Leontisco nella lotta e a quest’ultimo fu eretta una statua nella città di Olimpia. (708 a.C.-688 a.C.)

 

 

* Tutti conoscono la leggenda della fondazione di Roma (21 aprile 753 a.C.)  protagonisti Romolo e Remo e la Lupa che li allattò. Ebbene sapete chi inventò questa “storiella” tramandata nei secoli e famosa in tutto il mondo…. Tale Alcimo da Messina. Grande storico, colto e ben noto ai suoi tempi, ma la datazione della sua vita, forse V o IV sec.a.C.,  non è certa. Ci ha lasciato opere intitolate Sicilia, Italica e la Ad Aminta di soggetto filosofico-matematico. L'autore di Italica trattò la storia di Roma riferendo della leggenda di Romolo e Remo, della loro mitica nascita grazie alle cure di una lupa dopo il loro abbandono dopo la nascita: in questo fu il primo storico a riferirlo. Invece il trattato filosofico su Aminta è incentrato sulla supposizione che Epicarmo avesse con le sue enunciazioni influenzato il pensiero platonico nella elaborazione della teoria detta delle Idee.

 

 

* Contemporaneo ad Omero è Erodoto nato ad Alicarnasso nel 490 a.C. nelle Storie scrive: In effetti proprio in quel torno di tempo, gli abitanti di Zancle, mandando dalla Sicilia nella Ionia degli incaricati, invitavano gli Ioni a venire a Calatte (Caronia che significa bella riva), dove intendevano fondare una città di Ioni: questa Calatte è una località della Sicilia sulla costa rivolta al Tirreno. Dietro questo invito, i Sami furoni i soli fra gli Ioni che si misero in viaggio e con loro c’erano quelli dei Milesi che erano riusciti a salvarsi. In tale occasione ecco cosa accadde. I Sami, in viaggio verso la Sicilia, arrivarono a Locri Epizefiri, mentre gli Zanclei e il loro sovrano, di nome Scite, assediavano una città dei Siculi che intendevano conquistare. Quando lo seppe il tiranno di Reggio Anassilao, allora in lite con gli Zanclei, parlamentò con i Sami e li convinse che gli conveniva lasciar perdere Calacte dove erano diretti e occupare invece Zancle, rimasta priva di difensori. I Sami gli diedero retta e si impadronirono di Zancle; gli Zanclei, appena al corrente che la loro città era stata occupata, corsero in sua difesa invocando l'aiuto del tiranno di Gela Ippocrate, che era appunto loro alleato. Appena giunto con l'esercito di soccorso, Ippocrate mise in ceppi Scite, il signore unico di Zancle, con l'accusa di aver abbandonato la città, nonché suo fratello Pitogene, e li spedì a Inico. Poi, accordatosi con i Sami con reciproco scambio di giuramenti, tradì tutti i restanti Zanclei. Il compenso promessogli dai Sami era il seguente: a Ippocrate spettavano la metà dei beni mobili e degli schiavi di Zancle città e tutti i beni dei campi. Gli Zanclei in massa li trattò da schiavi, li mise in catene: i trecento di loro più eminenti li diede da giustiziare ai Sami. I Sami però non lo fecero. Scite, il signore unico di Zancle, scappò da Inico a Imera; passato poi da Imera in Asia, si recò presso re Dario. Dario lo giudicò l'uomo più onesto fra quanti si erano presentati a lui dalla Grecia; in effetti, dopo aver chiesto al re il permesso, era andato in Sicilia e dalla Sicilia era tornato indietro dal re; finché morì di vecchiaia in Persia, colmo di ricchezze. I Sami, ormai lontani dai Medi, si trovarono in mano loro senza fatica la bellissima città di Zancle. Tali cose furono scritte non per sentito dire, ma perché lo storico greco conosceva bene i fatti, gli eventi e la geografia dei luoghi.

 

 

* 310 a. C. 2310 anni fa circa A MESSINA, IL FILOSOFO DICEARCO da Messina SPIEGA IL CONCETTO DI PARALLELO, SECOLI DOPO MARCATORE LO LEGGERA' DA UN TESTO ARABO E LO SPIEGHERA' NEL 1569,  MA A CAUSA DI QUESTA TEORIA SARA' PROCESSATO PER ERESIA.

 

* 26.200 anni fa circa - EVEMERO da MESSINA NELLA PIU' ANTICA "Storia delle Religioni" CHE SI CONOSCA, SCRISSE " CHE FU LA PAURA, LA PRIMA A CREARE GLI DEI DEL MONDO E A DARCI POI L'ANGOSCIA DEI SENSI DI COLPA". E A FARE LE PREDICHE FURONO GLI UOMINI POICHE' TRA LORO GLI AFFABULATORI NON SONO MAI MANCATI. ANCHE I SACERDOTI PARLANDO IN UNA LINGUA DIVERSA DA QUELLA DEL POPOLO INCUTEVANO ED INCULCAVANO LA PAURA, PER ATTERRIRLO MEGLIO E PER RENDERE PIU' ESOTERICI I LORO  AMMONIMENTI.

 

 

* 279 a. C.- 2279 anni fa circa sempre EVEMERO da Messina PROPONE UNA TEORIA: CHI SONO GLI DEI (venerati comuni ricchi potenti del passato) E SCRIVE Hierà, DOVE IMMAGINA UNO STATO UTOPIA su questa idea Tommaso Moro lo riproporrà nel 1515 con Citta' del Sole, e Campanella nel 1626)

 

 

* Nel 264 a.C. durante il consolato di Appio Claudio il presidio cartaginese abbandona Messina. Appio Claudio entra nella città. Cartaginesi e Siracusani(Gerone) si alleano per contrastare una possibile egemonia romana in Sicilia e decidono di assediare Messina.  Il console Appio Claudio riuscì a sconfiggere prima Gerone e poi i Cartaginesi. Per ricordare questo episodio fu costruita una strada e in onore del console fu chiamata Via Consolare Valeria, essa arrivava fino a Capo Lilibeo; ed inoltre fatto ancora più importante, alla città vennero concessi dei privilegi: - quello di essere posta sopra tutte le altre della Sicilia; - quello che i suoi cittadini avessero gli stessi onori dei cittadini romani; - quello che il territorio di Messina avesse per confini Patti da un lato e Lentini dall’altro - e soprattutto che la potestà romana fosse esercita per tutta l’isola da questa città. http://www.granmirci.it/storia.htm

 

 

* 263 a.C. 2263 anni fa circa ROMA ACCONSENTE ANCHE DI AIUTARE MESSINA CONTRO I CARTAGINESI CHE SI SONO ALLEATI CON SIRACUSA. E' L'INIZIO DELLE GUERRE PUNICHE E I MESSINESI CERCANO D'IMPORSI SU BUONA PARTE DELLA SICILIA.

 

 

* Nel 263 a.C. i Consoli Manio Valerio Massimo e M.A.Crasso concentrano le loro forze su Messina e poi occupano Catania, Enna e Centuripe e costringono Gerone II di Siracusa alla resa. Gerone si allea con Roma e si allontana dai Cartaginesi. I Cartaginesi concentrano le loro forze ad Agrigento.

 

 

* La data è …… 251 a.C . Proprio in questa data fu costruito il Ponte sullo Stretto di Messina. I fatti: il console romano Lucio Cecilio Metello  si era messo in testa di fare un ponte sullo Stretto di Messina e vi riuscì. Voleva far transitare dalla Sicilia alla Calabria 140 elefanti che i nemici avevano abbandonato durante la prima guerra punica. Era, infatti, sua intenzione esibirli in trionfo a Roma e così fece. Unì zattere galleggianti rinforzate con botti e il ponte, seppur rudimentale, sopportò il peso notevole degli animali, dei carri e dei soldati, finchè poi fu successivamente travolto dalla forza del mare per una tempesta. Però, anche se per breve tempo, il ponte vi fu e svolse la sua funzione. Da allora nessuna altra costruzione collegò direttamente Scilla e Cariddi.Chi ci racconta questo è una fonte autorevole: Plinio il Vecchio, (23-79 d.C.) fu enciclopedico, naturalista e ammiraglio della flotta romana. Scrisse la poliedrica opera Naturalis Historia in  37 libri. Plinio animato da una insaziabile curiosità,  ci ha conservato moltissime notizie che altrimenti sarebbero andate irrimediabilmente perdute. E proprio per troppa curiosità Plinio trovò la morte: nel 79 d.C., al momento della rovinosa eruzione del Vesuvio, il vecchio enciclopedista si trovava non lontano dal luogo della tragedia, al comando della flotta imperiale di Miseno, all'altro capo del golfo di Napoli; spinto dal desiderio di osservare meglio il fenomeno, si avvicinò troppo e finì per morire soffocato dalle esalazioni del vulcano.

 

 

 

* Intorno al 135 a.C. divampò in Sicilia una rivolta di schiavi, che conquistarono Enna, Morgantina e Taormina. Nel 132 il console P. Rupilio riuscì a domare la rivolta e a riportare l'ordine. Il console provvide anche a riordinare amministrativamente la Sicilia con la lex Rupilia (132 a.C.) che diede alla provincia il suo assetto definitivo. Furono stabiliti sei capoluoghi (conventus), ossia sedi di circoscrizione giudiziaria: Siracusa, Lilibeo (odierna Marsala), Palermo, Agrigento, Messina ed Etna. Furono anche individuati 68 comuni (civitates).I comuni vennero distinti in base al rapporto che avevano avuto e mantenevano con Roma le tre città che avevano un trattato (civitates foederatae): Messina, Taormina e Noto;le cinque città che non avevano un trattato ma erano riconosciute libere (civitates sine foedere immunes ac liberae): Segesta, Salemi, Tusa, Centuripe e Palermo;le 54 città che pagavano il tributo secondo norme locali (civitates decumanae);le sei città che erano state conquistate militarmente e le cui imposte erano appaltate dai censori di Roma (civitates censoriae).

 

* Cicerone questore in Sicilia nel 75 a.C. in questa circostanza Cicerone definisce Messina"Civitas Maxima et Locupletissima".   
 

 

* Nel gennaio del 70 a.C. le città siciliane, ad eccezione di Messina e di Siracusa, presentarono l'accusa di concussione (de repetundis) contro Verre. Il loro obiettivo era la restituzione delle somme illegalmente percepite dal governatore. Fu nominato difensore dei siciliani Cicerone che fece condannare Verre memorabili le orazioni contro Verre nelle "Verrine". http://www.rivista.ssef.it/site.php?page=20040227220018675&edition=2005-07-01

 

 

 

* Con S. Paolo. Siamo in epoca cristiana, primavera dell’anno 41 o 42 d.C.. Essendo Messina città di transito obbligata nel Mediterraneo, si racconta che anche l’apostolo Paolo di Tarso circa otto anni dopo la morte di Gesù, invitato dai messinesi, venne e sbarcò a sei miglia di distanza dalla Città in quel punto della costa detto da allora in poi “Cala S. Paolo”, nei pressi di Giampilieri. Egli era proveniente da Reggio Calabria “dov'era giunto da Siracusa condotto verso Roma dal centurione Giulio” e dopo il suo naufragio a Malta. in tale località, nelle vicinanze di una chiesa dedicata allo stesso santo, un masso sormontato da una rudimentale croce di ferro indica il punto dove avrebbe sostato l'apostolo delle genti. Fu grazie a lui che i messinesi si convertirono al cristianesimo, tanto che lo stesso Santo, era il 40 d.C., ordinò vescovo il messinese Bacchilo. Paolo predicò, intorno alla vita di Gesù, a tutte le genti di Messina, al ceto elevato e all'umile popolano senza distinzione, e i messinesi furono presi a tal punto dalla sua predicazione che si convertirono al Vangelo da lui predicato con slancio ed entusiasmo. Il fervore religioso dei messinesi crebbe così rapidamente e a tal punto che molti espressero il desiderio di visitare i luoghi santi, per conoscere la madre di Gesù, Maria, che era ancora vivente. Nell’anno 41 d.C. mandarono a Lei un’ambasceria insieme alla stesso S. Paolo sulla medesima nave. Giunti gli ambasciatori in Gerusalemme, ebbero in risposta dalla Madre di Gesù la seguente lettera scritta in ebraico e tradotta in latino nel 1940 dal greco-messinese Costantino Lascaris, si leggeva: Maria Vergine, figlia di Gioacchino, umilissima serva di Dio, Madre di Gesù Cristo Crocifisso, della Tribù di Giuda, della stirpe di Davide, ai Messinesi tutti, salute e benedizione di Dio Padre Onnipotente. Consta per pubblico strumento che voi ci avete mandato legati e nunzi, e che già per le prediche di Paolo Apostolo vi è nota la via della verità, e che il figlio nostro, generato da Dio, si è fatto uomo, e dopo la sua resurrezione è salito al ciel, per la qual cosa. Benediciamo Voi e la Stessa Città, della quale vogliamo essere perpetua protettrice.   L’anno di nostro figlio 42 in Gerusalemme Indizione 1 luna XXVII giorno di giovedì 3 di giugno..    Maria Vergine  - La lettera era legata con alcuni capelli della Madonna, che da allora in poi vennero custoditi nella Cattedrale. Per questo fatto Maria fu sempre venerata in Messina sotto il nome di Madonna della Lettera. http://www.granmirci.it/lettera.htm

 

 

* nel 330 d.C Con il passaggio dell'impero a Bisanzio operato da Costantino, Messina fu governata da magistrati locali detti Stratigoti

 

 

* L'impero Romano era formato da tante province che si gestivano da sole, ma unite nel nome di Roma tra di loro. Proprio nel 395 d.C. sotto il regno di Arcadio, avvenne che i Bulgari si ribellarono a Costantinopoli (allora capitale dell'Impero). Arcadio tremendamente spaventato ed allarmato chiese aiuto a tutte le altre province romane, ma nessuno rispose alle richieste d'aiuto e solo pochissimi e valorosi uomini partirono. Pervenuta così la tremenda notizia anche nella nostra città, i Messinesi capitanati dal generale Metrodoro, prepararono una fenomenale flotta composta da 15 navi con l'intento di aiutare l'Impero ormai in pericolo. Giunti a Tessalonica (attuale Salonicco), iniziarono il combattimento contro i Bulgari e senza troppi problemi ne uscirono vincitori, salvando così l'Impero d'Oriente. Arcadio grato ai messinesi concesse alla città ed ai suoi abitanti i seguenti privilegi: - dichiarò Messina città principale dell'Impero, nello stesso grado di Costantinopoli e Potrometropoli di Sicilia e Magna Grecia, - le conferì il Comando e Governo perpetuo della Sicilia. - ordinò che la nave capitolina di Messina avesse in mezzo a tutte le altre il primo posto e che l'Imperatore, dovendo navigare, non si servisse d'altra che quella. - ordinò ai soldati romani di scolpire nella Torre di S.Sofia a Costantinopoli la scritta: Gran Mirci a Messina - infine consegnò a Metrodoro il vessillo imperiale che aveva per insegna una Croce d'oro su campo rosso.

 

 

Nel 514, nasce il vivificatore dell'Opus Dei "Placido", figlio di Tertullo, patrizio romano della gens degli Anici una delle più potenti famiglie romane e da Faustina nobildonna messinese. Grande Santo messinese onorato dal popolo fino a qualche decennio fa, ma ormai dimenticato. Sua zia era Elpide una delle più grandi scrittrici di inni sacri e suo Zio, marito di Elpide, era Severino Boezio, considerato da tutti il più grande filosofo Romano. San Placido era discepolo prediletto di San Benedetto e amico di S. Mauro, compatrono di Messina, martirizzato in Messina nell'anno 541. Solenni erano una volta nella città di Messina i festeggiamenti per questo Santo ed i suoi fratelli martiri con lui Santa Flavia, San Vittorino e San Euticchio. http://www.granmirci.it/splacido.htm

 

 

* Il 17 Agosto del 682 venne assunto al Pontificato nella Basilica di Santa Susanna un cardinale messinese, che prese il nome di Leone II. ( http://www.granmirci.it/sanleone.htm )

 

 

 

* La  scuola messinese degli argentieri fu di risonanza europea. Tra gli artisti ricordiamo: Alfonso Franco, Vincenzo D'Angioia, Giovanni Artale Patti, Pietro Juvara e figli, Francesco e Giuseppe Bruno, Antonio Dominici, Diego e Michele Rizzo e altri. Le  prime opere sono  databili già dal 969. Via Argentieri ricorda questa arte splendidamente espressa dagli artisti messinesi.

 

 

 

* Tre messinesi, in un giorno del 1060, Ansaldo Patti, Jacopino Saccano e Cola Camuglia, passeggiavano solitari nel piano di S.Giacinto, oggi S.Raineri. Essi discorrevano delle sventure di Messina sotto gli arabi.  Ad un certo punto il più fervido Cola Camuglia, accorgendosi che poteva fidarsi degli altri due amici, disse loro...<<Amici, il nostro dolore a nulla giova, ed è cosa indegna d'uomini generosi il deplorare le proprie sciagure senza cercare di mettervi riparo!>>.  - O se un riparo ci fosse! - esclamarono gli altri. <<Eppure c'è, questi ladroni di saraceni debbono la loro fortuna più alla nostra dapocaggine che al loro valore. Ma orsù il momento di scuoterci da questo letargo è giunto. Un aiuto sicuro a questa impresa lo troveremo nei normanni, popolo generoso e forte che si trova lì in Calabria, a poche miglia da noi. Invochiamolo, chiamiamo poi alla riscossa i cittadini e vi assicuro che in poco tempo in Messina e tutta l'isola non rimarrà un solo saraceno>>. Piacque agli amici il disegno del Camuglia e tutt'insieme giurarono di dare ad esso esecuzione. Infatti, il giorno appresso, fingendo di essere chiamati per affari nella vicina Mileto, vi si recarono separatamente. E giunti al cospetto del Conte Ruggero, valorosissimo guerriero, lo supplicarono in nome della città e dell'Isola di volare in soccorso dei cristiani. Egli accettò. Allora Jacopino Saccano diede al Conte un Crocifisso e questi ricevendolo promise che con tutte le sue forze li avrebbe liberati dalla tirannide maomettana. Tornati a Messina, i tre amici con la maggiore circospezione, informarono i cittadini del passo da loro fatto e della risposta avuta. Perché in quel giorno non fosse fatta confusione nelle case dei cristiani venne messa una croce. Mentre i cittadini preparavano segretamente le armi. Il Conte Ruggero intanto, mantenne la parola, confortato dalla Parola del Papà Nicolò II, l'anno seguente partirono da Reggio con 26 galere ed approdarono sulla spiaggia di Maregrosso. http://www.granmirci.it/storia1.htm

 

 

* Fu il Conte Ruggero, il Normanno, che aiutò i messinesi a cacciare i Saraceni e quando furono definitivamente fatti fuori era l’anno 1086. Il 12 agosto  del 1086 Ruggero fece il solenne ingresso in Messina, a cavallo d'un cammello e fu accolto con indicibile dimostrazione di ossequio e di affetto da tutto il popolo plaudente. Poi per il voto fatto, edifico il SS. Salvatore un tempio all'estremità del braccio di S.Raineri, proprio doveva aveva visto appesi dei cittadini messinese alla forca. In  ricordo di questi avvenimenti nasce la tradizione fare camminare per le strade di Messina il Cammello, ed ancora questo rito è parte attiva del mezzagosto messinese. Nella sua tradizione più antica era un rito nella festa detto "du Camiddu" dove un simulacro di Cammello portato in giro da due uomini di bottega in bottega rubava per mano di costoro quanto più poteva degli oggetti messi in mostra. In onore del Conte Ruggero  per celebrare il suo ingresso in Messina viene costruita la Vara, che ancora oggi il 15 agosto viene portata in processione. Nel 1129 il Conte Ruggero II veniva incoronato a Palermo Re di Sicilia. In quella circostanza egli spedì a Messina che era nel suo cuore  un diploma dove concedeva i seguenti privilegi: -Che, eccettuati i casi di Stato, i Messinesi non potessero essere giudicati che da giudici eletti da loro e in Messina residenti. -Che nessun ufficiale del fisco potesse procedere contro alcun cittadino e che tutte le controversie del fisco fossero giudicate dai tribunali eletti come sopra. -Che l'autorità regale non si esercitasse mai dispoticamente in Messina, ma venisse temperata dalle leggi.  -Che nessun ordine regio avesse vigore od effetto qualora non fosse conforme alle leggi e agli statuti di Messina. -Che tutti gli ufficiali pubblici della città, nominati da Re, fossero Messinesi e ad i Messinesi piacessero. -Che il Re fosse sempre reputato cittadino coronato in Messina.-Che in tutte le assemblee pubbliche convocate da Re Fosse riserbato ai deputati di Messina il primo posto.-Che soltanto in Messina potesse battersi moneta. -Che i Messinesi fossero esenti da qualsiasi gabella e diritto di dogana. -Che potessero tagliare nelle foreste regie quanto legname occorresse a costruire e a risarcire i loro navigli.  -Che fossero i Messinesi esenti dal Servizio Militare. -Che l'onore di portare lo stendardo regale fosse di Messina -Che discutendosi in assemblea degli interessi di Messina, nessuna deliberazione fosse valida se non presa in presenza dello Stradigò e degli altri ufficiali e giudici della città. -Che gli Ebrei di Messina godessero i medesimi privilegi e immunità degli altri cittadini. -Che i Messinesi potessero essere ammessi a qualunque servizio Regio.  Poi Ruggero II in Messina istituì un consolato composto di messinesi i cui componenti erano composti dagli armatori delle navi e commercianti affinché giudicasse di tutti le controversie relative gli affari marittimi. E fu proprio da Messina che conquistò man mano tutte le altre città siciliane. Fu proprio lui a consacrare il primo tempio cittadino, la Cattedrale, il Duomo sotto il nome di S. Maria la Nuova. Ruggero II muore a Messina nella notte del 27 settembre 1198. Messina con il suo nome non ha intitolato neanche una Via, un vicoletto. Con Ruggero iniziano le leggende popolari come quelle della Fata Morgana, autentico fenomeno naturale. Ruggero concede alla città di battere moneta e di avere un Consolato del Mare.

 

 

 

* In piena dominazione Normanna si forma l'Ordine dei Templari ossia l'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone che nasce intorno al 1118, a Gerusalemme. I Templari si prefiggono di proteggere le strade della Terra Santa contro gli attacchi dei Saraceni. Non si conosce con precisione quando l’Ordine del Tempio cominciò ad insediarsi nella penisola italiana: alcuni studiosi ritengono che il primo insediamento italiano fu a Messina nel 1131. Quindi a circa dodici anni dalla costituzione, l’Ordine era già attivo in Italia. La prima testimonianza scritta che attesta la presenza dei Cavalieri nel regno di Sicilia risale al 1143 in una cronaca di Amando, diacono di Trani, che annota la partecipazione dei Templari ad una cerimonia religiosa. La causa dell’espansione dei Templari in Italia è da ricondurre a due motivazioni principali: la viabilità terrestre e la possibilità di adoperare i porti più efficienti e realtà poste in posizioni strategiche di comunicazione come Messina.


 

 

* Nell’anno del Signore 1233 Federico II  era in visita nella Città dello Stretto e proprio a Messina e nella sua provincia ebbero i natali molti tra i più importanti poeti alla sua corte fondatori dello bello parlare e della Scuola Poetica Siciliana.(http://www.granmirci.it/Poesie.htm)

 

 

* Anche Riccardo Cuor di Leone  s'imbarcò da Marsiglia per la Terra Santa nell'agosto del 1189, fermandosi lungo la via a Messina. Nell'aprile 1190 Riccardo lasciò la Sicilia. A giugno Riccardo arrivò con le sue forze nella Terra Santa e si unì all'assedio di Acre, che a luglio cadde in mani crociate.  Il legame storico si palesa guardando Roccaguelfonia, nata con il nome di Matagrifone eretta  dal Re Riccardo I d’Inghilterra quando, durante il suo viaggio verso la Terra Santa, si fermò nella città di  Messina e volle costruire quel castello come segno della sua grandezza e della sottomissione che i cittadini messinesi dovevano avere nei suoi confronti.

 

 

* Al contrario dei Normanni, gli Angioini furono prepotenti, oltraggiatori, rapaci e despoti, tanto che la loro cacciata si risolse con la rivolta di Pasqua del 1282 ricordata come i “Vespri Siciliani”. I francesi che riuscirono a fuggire all’eccidio di Palermo si rifugiarono a Messina, ma il popolo messinese il 28 aprile 1282 insorse e la rivoluzione fu realizzata al grido di << morte ai francesi. Morte a chi li vuole >>.  Il 25 luglio 1282 Carlo d’Angiò sbarcò a Messina con tutto il suo esercito di ben 70.000 uomini, tra cui Francesi e Guelfi di tutte le città. Cominciò l’assedio che durò fino al 26 settembre, tra i più memorabili poiché dimostrò il coraggio dei messinesi. Fra le tante scaramucce e combattimenti il più importante fu quello dell’ 8 agosto nel quale i francesi cercavano di aprirsi un varco nel colle della Caperrina (Montalto), ma furono fermati in tempo grazie al coraggio e alle strategie del capitano Generale Alaimo da Lentini. Durante la notte però i francesi tornarono all’assalto, ma furono scoperti da una pattuglia di donne fra le quali Dina e Clarenza, queste prima destarono tutti suonando fragorosamente le campane, poi incitarono le compagne a rotolare sassi sui nemici. Svegliati i combattenti e accorsi tutti alle armi, i francesi furono respinti. Per questo fatto la torre della Caperrina fu detta da quel giorno in poi Torre Vittoria. http://www.granmirci.it/storia2.htm

 

 

 

 

 

* I Vespri costituiscono una pagina fu tra le più memorabili perché i soli messinesi sconfissero un esercito ben armato e agguerrito, e tra le più importanti perché dimostrò l’ideale patriottico dei peloritani che pur di aiutare la sorella Palermo non accondiscesero ai "Privilegi" che i Francesi le volevano concedere. Famosa la celebre frase del valoroso e nobile cittadino Baldovino Mussone:<<Dite al Vicario che Messina non ha altri interessi da salvaguardare che quelli di tutta la Sicilia, e che essa tra la supremazia straniera e l’accordo con le altre città sorelle non ha esitato giammai. E perciò  né speranze, né timori, potrebbero mai farle mutare la sua condotta>>.(Non altrettanto fecero i palermitani quando il Benavides rubò a Messina le pergamene con i privilegi e la mise a ferro e fuoco. Il tradimento fu terribile e dagli effetti devastanti. Gli spagnoli infierirono in ogni modo e con ogni mezzo contro Messina era il 1678).

Tornando ai “Vespri”  Carlo I d'Angiò tentò invano appunto di sedare la rivolta in tutta l’isola con la promessa di numerose riforme. Alla fine decise di intervenire militarmente. Con 75.000 uomini e 200 navi, a fine maggio 1282, sbarcò tra Catona e Gallico (a nord di Reggio) iniziando l'assedio di Messina e bloccando di fatto l'intervento di Reggio a sostegno della città siciliana. La città dello Stretto era allora comandata da Alaimo di Lentini, che nominato Capitano del Popolo, organizzò la resistenza nella città. Il primo assalto navale fu il 2 giugno, respinto dai siciliani, quindi sbarcò sulle coste di Messina il 25 luglio 1282, ben sapendo che non avrebbe mai potuto avanzare all'interno della Sicilia se non dopo aver espugnato la città sullo Stretto. Il 6 e l'8 agosto si ebbe un assalto guelfo italo-francese alle spalle della città, dai colli, respinto dai messinesi. A ricordo di questo episodio avvenuto nel mese di Agosto  sulle tavole dei messinesi il 15 agosto si cucina il cosiddetto “iaduzzu” cioè il pollo che identificava gli oppressori: i galletti francesi. 

 

 

 

 

Messina eccelleva nella produzione della seta, la quale veniva commerciata anche con altre merci provenienti dalla Spagna, da Genova, dalla Toscana, da Venezia.
Nel 1296, Federico III D'Aragona istituiva la Fiera Franca Annuale, e nel 1416 Ferdinando D'Aragona ribadiva questo privilegio trasferendola sulla cortina del porto. In questa fiera, che si svolgeva tra l e il 15 Agosto, tutti i mercanti, compresi quelli spagnoli esponevano le loro merci (dal ferro alla seta, dal cuoio ai ricami in oro) dentro tende prefabbricate.

 

 

* Il Petrarca scrisse in latino tutte le sue opere le uniche opere italiane sono il "Canzoniere" (cui si dedicò lungo tutto l'arco della sua vita) e i "Trionfi" (dal 1340 al 1374). Nei Trionfi parla di Messina città del suo grande amico Tommaso Caloira e dice: << E POI CONVIEN CHE 'L MIO DOLOR DISTINGUA, VOLSIMI A' NOSTRI, E VIDI 'L BUON TOMASO CH'ORNO' BOLOGNA ED OR MESSINA IMPINGUA. O FUGACE DOLCEZZA! O VIVER LASSO! CHI MI TI TOLSE SI' TOSTO DINANZI, SENZA 'L QUAL NON SAPEA MOVER UN PASSO? DOVE SE OR, CHE MECO ERI PUR DIANZI? (Trionfi - Trionfo dell'Amore - libro IV vv 58 - 64) http://www.classicitaliani.it/petrarca/trionfi1.htm

 

 

* Tommaso Caloiro (o Caloria) - Poeta messinese (1302- 1341). Compagno di studi di Petrarca a Bologna, Tommaso è il destinatario di ben nove lettere Familiari, quasi sicuramente tutte fittizie, cioè scritte unicamente per la raccolta (Fam. I 2; 7; 8; 9; 10; 11; 12; III 1; 2). Autore del sonetto Messer Francesco, sì come ognun dice (a cui Petrarca avrebbe risposto con il sonetto estravagante Il mio disire ha sì ferma radice), Tommaso è stato ritenuto in passato il destinatario di alcuni sonetti del Canzoniere, cioè i Fagmenta 7, 25 e 26 (cfr. Lo Parco 1932, pp. 124-31). Petrarca ne piange la prematura scomparsa (avvenuta a Messina, dove Tommaso era ritornato alla fine del 1324 o all'inizio del 1325) in due lettere, le Fam. IV 10 e 11, indirizzate rispettivamente a Pellegrino e Giacomo Caloiro, fratelli del poeta. Nella prima di queste epistole si legge anche un breve epigramma latino, scritto da Petrarca per il sepolcro dell'amico: "Indolis atque animi felicem cernite Thomam, / Quem rapuit fati precipitata dies. / Hunc dederat mundo tellus vicina Peloro, / Abstulit hec eadem munus avara suum, / Florentemque nova iuvenem virtute repente / Succidit misero mors inimica michi. / Anne igitur grates referam pro munere tanto, / Carminibus siculum litus ad astra ferens? / Anne gemam potius simul indignerque rapinam? / Flebo. Nichil miseris dulcius est gemitu". Alla recente perdita di Tommaso Petrarca allude anche in TC IV 59-63 "... e vidi 'l bon Thomasso, / ch'ornò Bologna, ed or Messina impingua. / O fugace dolcezza! o viver lasso! / Chi ti tolse sì tosto dinanzi, / senz'al qual non sapea movere un passo?" (passo a proposito del quale è da notare che la rima Thomasso : lasso era già nell'estravagante Il mio disire, 11 : 14).

 

 

* Nel 1347, nei primi giorni di Ottobre, nel porto di Messina arrivano delle navi genovesi provenienti da Caffa oggi chiamata Teodosia, nel Mar Nero, poco tempo dopo l'arrivo delle navi, in città si manifesta una strana epidemia, i malati presentano rigonfiamenti di colore nero sotto le ascelle e all'inguine, con perdita di sangue e presenza di pus inoltre le emorragie interne provocano dolori lancinanti e portano alla morte in pochi giorni e a volte nel giro di 24 ore. Il morbo è la famigerata peste nera o peste bubbonica e quando i messinesi capiscono che la sua origine è da ricondursi all'arrivo delle navi genovesi queste ultime vengono scacciate al largo, ma ormai l'infezione è dilagante ed in poco tempo si diffonderà in tutta Europa con effetti devastanti fino al 1350, si calcola che circa un terzo della popolazione europea sia morto per effetto dell'epidemia.

 

 

* La peste nera del 1347 è quella ricordata da Giovanni Boccaccio nel Decameron. Anche nel Decamerone del grande Giovanni Boccaccio trova posto Messina. Siamo negli anni tra il 1349 ed il 1351. Tra le novelle viene narrata la tiste storia di “Lisabetta da Messina” (Decameron. Quarta Giornata. - Novella Quinta Gerbino e Elissa 1351)I fratelli dell'Isabetta uccidon l'amante di lei; egli l'apparisce in sogno e mostrale dove sia sotterrato. Ella occultamente disotterra la testa e mettela in un testo di bassilico; e quivi su piagnendo ogni dì per una grande ora, i fratelli gliele tolgono, ed ella se ne muore di dolore poco appresso”  http://www.pasolini.net/decameron_lisabettadamessina.htm

 

 

* La città di Messina, cos' come l'entroterra costituito dai Peloritani, toccò il vertice della Potenza Economica nel XVI secolo quando soprattutto l'industria serica assurse a tali dimensioni che, su richiesta di setaioli di varia provenienza, ma soprattutto toscani e veneti, viene concessa l'istituzione di Un "Consolato della Seta" che conferì alla Fiera di Mezz'agosto un raggio di gravitazione europea e mediterranea. Oggi la toponomastica di Via Setaioli ricorda quei fasti.

 

 

* Nel 1400 l’arte pittorica parlava messinese con il grande Antonello, nacque nella città dello Stretto probabilmente nel 1430. Precursore con la sua pittura di quelli che saranno i temi e gli stili del Risorgimento. Egli introdusse per primo in Italia sia la pittura ad olio, che importò dai fiamminghi, sia la prospettiva. ( http://www.granmirci.it/antonello.htm)

 

 

* Santa Eustochia (al secolo Smeralda Calafato) nacque il 25 Marzo 1434. Papa Giovanni Paolo II la proclamò santa nella sua città d’origine, prima ad essere canonizzata nella sua città natale,  giorno 11 giugno 1988. (http://www.granmirci.it/eustochia.htm )

 

 

* Nel 1492, all'età di 22 anni, Pietro Bembo chiede al padre il permesso di potersi recare a Messina alla famosa scuola di greco di Costantino Lascaris, che veniva ritenuto il migliore dei grecisti dell'epoca, il Bembo rimarrà a Messina fino al 1494. http://www.classicitaliani.it/bios/bio076.htm

 

 

* Nel 1548, Ignazio de Loyola fondò a Messina il Primo Collegio dei Gesuiti al mondo, il famoso Primum ac Prototypum Collegium ovvero Messanense Collegium Prototypum Societatis Iesu, primo e quindi prototipo di tutti gli altri collegi di insegnamento che i Gesuiti fonderanno con successo nel mondo facendo dell'insegnamento la marca distintiva dell'Ordine. Il Collegium in seguito si trasformerà nel Messanense Studium Generale ossia l'Università di Messina.

 

 

* Matteo Bandello (Castelnuovo Scrivia (AL), 1485 - Agen, Francia, 1561) è stato uno scrittore italiano del Cinquecento. Compiuti gli studi a Pavia, condusse vita mondana nonostante fosse entrato a far parte dell'ordine dei Domenicani (dal quale uscirà nel 1526). L'importanza letteraria di Bandello va ricercata nella ampia produzione di novelle (in totale 214) contenute in tre libri pubblicati nel 1554 ed in una quarta parte pubblicata postuma nel 1573. Proprio per il tipo di pubblico per cui erano pensate, quello cortigiano, le novelle di Bandello non seguono il modello boccacciano. I racconti, infatti, non fanno parte di una struttura unitaria come nel Decamerone, ma sono dedicati, singolarmente, tramite lettere dedicatorie, a personaggi dell'epoca. Si considera che grande sia stata l'influenza esercitata dalle sue novelle anche sull'opera di William Shakespeare che dai racconti di Bandello trasse alcune commedie, oltre che la celebre vicenda di "Romeo e Giulietta". – Nel Novelliere Prima Parte,la Novella XXII scritta nel 1554 è ambientata a Messina

 

 

* Dal porto di Messina, sotto il comando di Don Giovanni d’Austria, figlio di Carlo V, partì l’armata cristiana, formata dalle navi di Spagna, Napoli, Sicilia, Venezia, Genova, Malta e da quelle del Papa, la mattina del 7 ottobre 1571 affrontò la flotta turca nelle acque di Lepanto, presso le isole Curzolari,  in un memorabile combattimento che finì con la disfatta dei turchi.

 

 

 * A questa grande vittoria navale resta collegato il nome della città di Messina, non solo per avere ospitato nel porto prima e dopo la battaglia la flotta cristiana, ma per la parte avuta, in quello storico scontro, dai suoi cittadini. Ma questo periodo è da ricordare anche perché partecipò alla battaglia di Lepanto tale Miguel Cervantes, autore del Don Chisciotte. Egli  ferito gravemente al braccio sinistro, fu curato nel Grande Ospedale di Messina (area dell'attuale tribunale), per diversi mesi. E proprio lì sulla via della convalescenza prese idea e corpo la stesura delle prime pagine del Don Chisciotte, inoltre qui si incontra per la prima volta con l’arte affascinante dei pupi siciliani. Così prende vita don Chisciotte, l'hidalgo nel quale rinascono e muoiono tutti i cavalieri antichi e che, fin dal primo momento, confonde i pupi che «rappresentano» i Mori con i Saraceni «veri», e combina uno sfracello a colpi di scimitarra. E così nel libro CAPITOLO XXXIX -VITA ED AVVENTURE DELLO SCHIAVO- del DON CHISCIOTTE di Miguel Cervantes di Saavedra è scritto: <<Imbarcandomi in Alicante arrivai a Genova con prospero viaggio, e di là mi portai a Milano dove mi provvidi d'arme e di ogni foggia di guerresco ornamento; e di là mi piacque di andare ad arruolarmi negli eserciti del Piemonte: se non che poi avendo inteso, cammin facendo verso Alessandria della Paglia, che il gran duca d'Alba passava nelle Fiandre, cangiai risoluzione, e mi posi al servigio di lui nelle guerre che fece. Mi trovai presente alla morte dei conti d'Eguemon ed Hornos, e giunsi ad essere alfiere d'un celebre capitano di Gualdalasciara, chiamato Diego d'Urbino. Dopo qualche tempo ch'io militava nelle Fiandre s'ebbero nuove della lega fatta dalla Santità di Pio V, di felice memoria, con Venezia e Spagna contro il nemico comune ch'è il Turco; il quale a quel tempo stesso, armata mano, aveva tolta la famosa isola di Cipro ai Veneziani: perdita deplorabile e disgraziata. Seppi senza poterne dubitare che il generale di questa lega doveva essere il serenissimo don Giovanni d'Austria fratello naturale del nostro buon re don Filippo, e divulgossi tosto il grandissimo apprestamento di guerra che si faceva. E tanto quella notizia m'incitò e commosse l'animo, che per desiderio di trovarmi nella giornata che con grande impazienza era attesa da tutti, sebbene io avessi fondate, e posso dire, quasi certe speranze di essere promosso nella prima occasione al grado di capitano, tutto abbandonai ad oggetto di portarmi in Italia; e volle la mia buona sorte che il signor don Giovanni d'Austria fosse di recente arrivato a Genova per indi passare a Napoli per unirsi coll'armata dei Veneziani, siccome poi fece a Messina. Nella giornata più avventurosa che abbiano avute le armi cristiane, io salii al grado di capitano di fanteria, e più che ai miei meriti ho dovuto un tal posto alla mia buona fortuna; ma io solo fui poi lo sfortunato in quel giorno che riescì per la cristianità sì felice, essendosi disingannato il mondo intero dell'errore in cui stava che i Turchi fossero invincibili in mare. In quel giorno dunque in cui l'orgoglio e la superbia ottomana rimasero fiaccati, tra tanti avventurati che vi furono (perché sorte migliore ebbero i Cristiani che caddero estinti, degli altri che vivi e vincitori uscirono della battaglia), io mi trovai infelicissimo. In cambio di riportare una navale corona, come sarebbe avvenuto ai tempi di Roma, nella notte che seguitò al dì della vittoria, mi trovai colle catene ai piedi e coi ceppi alle mani; ed ecco in qual modo…>>

 

 

* Da Cervantes passiamo a William Shakespeare nativo (scusate la presunzione) di Messina (http://www.granmirci.it/shakespeare.htm) che scrive Molto rumore per nulla (titolo originale: "Much ado about nothing") è il titolo di una commedia teatrale ambientata a Messina, scritta da William Shakespeare tra il 1598 e il 1599 . Da questa commedia è stato tratto un film omonimo, diretto e interpretato da Molto rumore per nulla (titolo originale: "Much ado about nothing") è il titolo di una commedia teatrale ambientata a Messina, scritta da William Shakespeare tra il 1598 e il 1599. Da questa commedia è stato tratto un film omonimo, diretto e interpretato da Kenneth Branagh, con Emma Thompson, Denzel Washington, Michael Keaton, Keanu Reeves e una giovanissima Kate Beckinsale. Curiosità: il film mantiene l'originale ambientazione a Messina, ma è stato interamente girato nella tenuta di Vignamaggio, nei pressi di Greve in Chianti (Firenze). Ambientato a Messina anche il dramma - Antony and Cleopatra 1607 (Antonio e Cleopatra)

 

 

* Nell’Ottobre del 1595 Carlo V, imperatore e re di Spagna, quello per intenderci nel cui impero non tramontava mai il sole, disfatti i turchi, era in Sicilia e nella seconda metà del  mese di ottobre viaggiava verso  Messina, quando fu colto da un  temporale. Egli trovò rifugio nel convento di S. Placido Calonerò retto dai monaci di S. Benedetto. Uno dei suoi dignitari, colto da una folgore, morì. Fu sepolto nel convento in un sontuoso sarcofago. La mattina successiva l’imperatore mosse verso la città di Messina e vi entrò attraverso il borgo Zaera. Fu accolto dalle alte cariche civili e religiose, fra le quali l’Arcivescovo Antonio di Legname. Entrò da quella porta che oggi non esiste più ed è sede stradale della maestosa Via Porta Imperiale. http://www.granmirci.it/storia3.htm

 

 

* Intorno al 1609 fu a Messina Michelangelo Merisi detto Caravaggio. Fuggito dalle prigioni maltesi il pittore arrivò in Sicilia dapprima a Siracusa e poi a Messina, qui ricevette la commissione dal ricco mercante genovese Giovanni Battista de' Lazzari di eseguire una pala per la cappella maggiore della Chiesa dei Padri Crociferi. Tale pala era la "Resurrezione di Lazzaro" che oggi si conserva al Museo Regionale di Messina. L’"Adorazione dei Pastori" fu eseguita dopo la Resurrezione di Lazzaro, sempre nel corso del 1609. L’opera fu commissionata dal Senato di Messina per ornare l’altare maggiore della chiesa dei Padri Cappuccini. Si conserva anche questa al Museo Regionale di Messina.

 

 

* Nel 1638, L'Università di Messina fondò l' Hortus Messanensis, il più antico della Sicilia e chiamò Pietro Castelli, da Roma, per realizzarlo. Castelli utilizzò un innovativo ed originale sistema di classificazione delle piante, che furono collocate in quattordici classi, nell'Hortus, le classi furono riunite in quattro hortuli, Castelli quindi anticipò la disposizione che oggi si darebbe ad un moderno Orto Botanico. Pietro Castelli fu sostituito da Marcello Malpighi, fondatore dell'istologia e dell'anatomia vegetale. Marcello Malpighi condusse a Messina, sulle piante dell'Hortus Messanensis, gran parte delle sue osservazioni scientifiche, che furono poi pubblicate nelle sue opere Anatomes Plantarum Idea, e poi nell' Anatome Plantarum.

 

 

* Molière compie il suo duro tirocinio di uomo di teatro, battendo la provincia francese con la compagnia di Dufresne nella quale non tarda a imporsi come la personalità più rilevante. Nel 1655, a Lione, viene presentata la prima commedia regolare di Molière: “Lo stordito ovvero i Contrattempi”, cinque atti in versi, la cui trama si ispira all'Inavvertito dell'italiano Beltrame (1629). Nel dicembre del 1656 è la volta del Dispetto amoroso, seconda commedia regolare di Molière, anch'essa in cinque atti e in versi, ispirata all'Interesse di Secchi (1585) e rappresentata per la prima volta a Béziers. - L'Étourdi ou les Contretemps 1655 (Lo stordito ovvero i Contrattempi) è ambientata a Messina

(http://www.toutmoliere.net/oeuvres/pdf/etourdi.pdf )

 

 

 

* Inizia la decadenza di Messina come centro del Mediterraneo. Nel 1674, Messina si ribella alla Spagna ma non potendo sostenere da sola una contrapposizione contro quella potenza chiede la protezione del re francese Luigi XIV riuscendo così a mantenersi indipendete dall'impero spagnolo anche se con gravissime difficoltà. Nel 1678, però, con la firma della pace di Nimega, tra Francia e Spagna, la città viene abbandonata a se stessa dai francesi e subisce una crudele riconquista da parte della Spagna che rioccupata la città la dichiara morta civilmente e la priva di tutti i privilegi storici goduti sin dai tempi di Roma, chiude l'Università, abolisce il Senato cittadino e ne distrugge il palazzo cospargendo di sale l'area in cui sorgeva in segno di disprezzo, confisca e trasferisce in Spagna alcune opere d'arte e sopratutto i preziosi documenti in pergamena contenenti la memoria storica della città. Inoltre viene costruita una imponente fortezza pentagonale nella zona portuale per tenere sotto stretto controllo militare la città. La riconquista spagnola concluse uno dei periodi più floridi della storia di Messina.(http://www.uni-bamberg.de/ggeo/hilfswissenschaften/messina/ILRITORN.PPT#2). Non dimentichiamo Benavides. <<L’archivio municipale si conservava, invece, in una stanza a pianterreno ai piedi della torre del campanile del duomo. Nel 1679,per ordine del viceré Francesco Benavides, conte di Santisteban, l’archivio fu trasportato in Ispagna, perché in esso si conservavano i privilegi con cui erano state concesse a Messina le prerogative e le franchigie di cui aveva fino allora goduto e di cui veniva privata per la sua rivolta contro il governo spagnolo>> (http://www.maas.ccr.it/PDF/Messina.pdf )

 

 

* Friedrich Schiller - Die Braut von Messina 1803 (La sposa di Messina / La fidanzata di Messina) Ispirata alla tragedia classica è anche La fidanzata di Messina (Die Braut von Messina), che fu rappresentata a Weimar nel 1803, storia della disgregazione di una famiglia. Nella prefazione, molto critica verso la letteratura contemporanea, fa una difesa dell'importanza del coro. (http://www.liceo-vallisneri.lu.it/pace/Musica/Muscla/Friesch.htm )

 

 

* Silvio Pellico – (nacque a Saluzzo il 25 giugno 1789. Morì a Torino il 31 gennaio 1854.) Famoso per l’opera “Le mie prigioni” scrisse anche Eufemio da Messina 1818 che appartiene al teatro romantico con il Foscolo (Tieste, Aiace, Ricciarda), il Manzoni (Il conte di Carmagnola, l'Adelchi) e G. B. Niccolini (Arnaldo da Brescia, Giovanni da Procida).

 

 

* Anche il grande Alexandre Dumas (padre) 1802-1870, romanziere e drammaturgo francese, fu colpito dalle bellezze di Messina e durante un soggiorno nella città peloritana oltre che epistole che ne descrivevano la bellezza, scrisse il libro “Messina la Nobile”, era il 1835. Nobile infatti gli apparve la città con le sue 7 porte che la aprivano al mondo e rappresentavano l’anticamera di uno scrigno da scoprire.

 

 

* 1 Settembre 1847 - una lapide in via 1 settembre angolo Piazza Duomo a Messina ricorda a tutti che il Risorgimento Italiano ha inizio proprio a Messina e così recita "FATTI PRECORRENDO E IDEE - MESSINA - INIZIAVA QUI IL RISORGIMENTO ITALIANO - IL 1 SETTEMBRE MDCCCXVVII". In questa storica data scocca la scintilla che darà il via ai moti risorgimentali contro il malgoverno Borbonico. Da un accordo tra liberali di Sicilia e Calabria nell’agosto del 1847 si stabilì che una rivolta doveva scoppiare simultaneamente a Messina e Reggio. La data fu fissata per il 2 settembre. Gli avvenimenti però precipitarono e i rivoltosi mossero il 1 settembre 1847 da più punti della città al grido di Viva l’Italia sventolando il vessillo tricolore. Gli attacchi furono brevi e violenti. L’eroismo ed il coraggio degli insorti però ben presto fu represso dalle forze borboniche più e meglio armate. Da Messina partì il generoso e glorioso tentativo di insurrezione sotto il quale rimase più tardi schiacciata la tracotanza borbonica. ( http://www.granmirci.it/storia5.htm)

 

 

* Altro fatto importante! Lo sapevate che a Messina nasce l’idea della CROCE ROSSA, ecco i fatti. Nel 1848, durante i moti risorgimentali di Messina, il medico chirurgo Ferdinando Palasciano nato a Capua ed ufficiale dei Borboni, si adoperò per prestare soccorso sanitario anche ai nemici nonostante fosse stato minacciato di fucilazione dal generale borbonico Filangeri. Questa esperienza esposta nelle sue successive dichiarazioni al Congresso Internazionale dell'Accademia Pontaniana di Napoli del 1861 ebbe una vasta risonanza in Europa e fu alla base della Convenzione di Ginevra del 1864 che dette vita alla Croce Rossa. (http://www.cri.it/palasciano.html )

 

 

* Annibale Maria di Francia nacque a Messina il 5 luglio del 1851. Padre Annibale è stato proclamato Santo a Roma da Sua Santità  Papa Giovanni Paolo II domenica 16 maggio 2004 nel sagrato di San Pietro. http://www.granmirci.it/Santomariannibale.htm

 

 

* Il 27 luglio 1860 Garibaldi faceva solenne ingresso a Messina. Questo fausto evento è ricordato in una lapide in marmo posta all’inizio della via Garibaldi, nel quartiere S. Leone: Per questa strada – il XXVII Luglio MDCCCLX – entrava liberatore Garibaldi

 

 

Il 21 Ottobre 1860 i cittadini andarono alle urne e i siciliani votarono a favore dell’annessione dell’isola a Casa Savoia e quindi al Regno d’Italia. A Messina la votazione fu la seguente: 24.254 voti per il si, 8 per il no. I votanti furono 24.262 e gli aventi diritto 26.159.

 

 

* Nel 1866 Giuseppe Mazzini viene eletto alla Camera dei Deputati nel collegio elettorale di Messina. La Camera dei Deputati annulla il voto dei messinesi con 181 voti contro 107, motivando l'annullamento con la condanna a morte di Mazzini per i moti genovesi del 1858. Il Collegio elettorale chiamato ad esprimersi nuovamente rielegge per la seconda volta Mazzini come suo deputato. Mazzini il 7 febbraio 1867 rinuncia alla carica.

 

 

* Friedrich Nietzsche – scrive Idyllen aus Messina 1882 (Gli Idilli di Messina) durante un viaggio nella città dello Stretto. (http://www.friedrichnietzsche.de/?REM_sessid=&action=11&REM_werkefnr=605 )

 

 

* Giuseppe Sergi - Messina 1841- Roma 1936 - Iniziata la sua attività come professore di filosofia nei Licei nel 1880, approdò all'Ateneo bolognese con un insegnamento di antropologia presso la Facoltà di Lettere. Negli anni seguenti, grazie all'attività del suo Laboratorio di antropologia e psicologia sperimentale presso l'Ateneo romano dove si era trasferito, sviluppò un programma di ricerche scientifiche nell'ambito della psicologia e dell'antropologia. Nel 1893 fondò la Società romana di antropologia. Noto anche all'estero per i suoi contributi nelle scienze dell'uomo, riuscirà a portare il III Congresso internazionale di psicologia a Roma, nel 1905, sotto la sua presidenza.- Nel 1873 pubblica a Messina i Principi di psicologia sulla base delle scienze sperimentali ad uso delle scuole. E' il primo libro di testo di psicologia costruito a partire dalle appena avviate ricerche sperimentali.- Nel 1879 pubblica a Milano, per i tipi della casa editrice Dumolard di Milano, gli Elementi di psicologia. Il libro sarà tradotto in lingua francese : La psychologie physiologique (1888, Alcan). - Nel 1885 pubblica nella collana di "Biblioteca scientifica internazionale" della Dumolard L'origine dei fenomeni psichici e loro significato biologico. Nel 1897  Ezio Sciamanna, direttore della clinica psichiatrica di Roma, e l'antropologo Giuseppe Sergi fondano la "Rivista quindicinale di psicologia, psichiatria, neuropatologia". E' la prima volta che il nome psicologia compare nella testata di una rivista scientifica. Nel 1906 fonda la "Rivista di antropologia", organo della Società romana di antropologia.

 

 

* Nel 1884, Ilya Ilyich Mechnikov anche noto come Elias Metchnikoff scoprì a Messina, dove si era trasferito da qualche anno proveniente dalla Russia, la fagocitosi, cioè il processo di ingestione da parte della cellula, di particelle di grandi dimensioni, che fa parte anche dei meccanismi di difesa dei vertebrati contro l'infezione batterica. Per tale scoperta Mechnikov fu insignito nel 1908 del Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia.

 

 

* Johann Wolfang Goethe nasce il 28 agosto 1749 a Francoforte sul Meno da una benestante famiglia borghese. Nasce in lui  l’idea di un viaggio in Italia, nato non tanto dal bisogno di un esteriore omaggio alla classicità (che per lui era la fusione tra natura e cultura), quanto da quell’immagine che lui perseguiva e che avrebbe rintracciato nella grecità e nella “naturalezza” italiana. Arriva a Roma il 29 ottobre 1786. Il suo viaggio termina nel 1788. Muore a Weimar il 22 marzo 1832. - Goethe prevede il terremoto di Messina

(http://www.arcadiaclub.com/occulto/goethe_prevede_terremoto_cielo.htm)  <<Nel pieno di una notte della sua giovinezza, Goethe, chiamò il suo cameriere il quale precipitatosi da lui lo trovò sul letto a scrutare il cielo: aveva spostato il suo letto di ferro a rotelle fino alla finestra. Dal suo giaciglio Wolfgang chiese all'inserviente: "Non hai visto nulla in cielo?". Il cameriere confuso rispose negativamente "Ascolta", riprese, "stiamo attraversando un momento importante; in questo stesso istante, infatti, ci deve essere un terremoto oppure sta per verificarsi". Goethe fece sedere il domestico sul letto e gli spiegò cosa lo portava a pensare una cosa simile. Il tempo quella notte era molto nuvoloso, non spirava un alito di vento, era molto afoso e quieto. Il servo non dubitò della parola di Goethe poiché tutte le sue precedenti previsioni si erano rivelate corrette. Il giorno seguente il giovane Goethe espose a corte le riflessioni da lui fatte la notte passata. Una signora disse alla sua vicina: "Senti? Goethe fantastica!". Al contrario il duca e altri uomini gli credettero e infatti alcune settimane dopo giunse loro notizia che proprio quella notte un terremoto aveva distrutto una parte di Messina era il 5 febbraio 1783>>  (Johann Peter Eckermann, Colloqui con Goethe). http://www.granmirci.it/terremoti.htm - Goethe fra le città italiane fu anche a Messina il 13 maggio 1787 nel sito di seguito riportato si trova la descrizione di alcuni luoghi come la Palazzata  http://www.textlog.de/7230.html . Sui gradini della scalinata di S. Gregorio così disse:- "Conosci tu il paese dove verdeggiano i limoni, e tra lo scuro fogliame rosseggia l'arancia dorata, mentre un dolce zeffiro spira dal cielo turchino...? "Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn, Im dunklen Laub die Goldorangen glühn,Ein sanfter Wind vom blauen Himmel weht, Die Myrte still und hoch der Lorbeer steht, Kennst du es wohl? Dahin! Dahin Möcht ich mit dir, o mein Geliebter, ziehn!" (http://www.granmirci.it/ )

 

 

* Giovanni Pascoli – scrisse a Messina la  poesia L'Aquilone 1904  Egli Con nomina ministeriale, fu ordinario di Letteratura latina a Messina. Nel 1898 in gennaio si trasferisce a Messina con la sorella Maria e Gulì. La Sicilia, così remota dai luoghi famigliari, fomenta l’immaginazione e il ricordo. Compone proprio qui alcune poesie che andranno a far parte dei Canti di Castelvecchio. A Messina, presso l’Accademia Peloritana, commemora il latinista Diego Vitrioli (nel 1845 aveva vinto la medaglia d’oro nei certamina hoeufftiana) con il discorso Un poeta di lingua morta. Ma nel complesso conduce una vita ritirata. Dopo una breve vacanza nella sua terra alla fine dell’anno è di nuovo a Messina dove si ammala di tifo. Nel 1901 commemora a Messina i vent’anni della morte di Garibaldi (2 giugno) con un discorso: Garibaldi avanti la nuova generazione. Nel 1902 parte da Messina per Castelvecchio. Lascia definitivamente Messina nel 1903  trasferendosi a Pisa.

 

 

* Giacomo D’Anna nel 1923 fonda una libreria a Messina, tre anni dopo si dedica all’editoria. Saggi di professori della locale università, esemplari traduzioni dal latino e dal greco, opere di insigni studiosi. Seguono le prime riviste, a cominciare da «Ponte»: pochi numeri stampati a cura e per conto di studenti, che per comprare una copia risparmiano sul caffè o sul biglietto del tram e trascorrono i pomeriggi nella libreria D’Anna a parlare di letteratura e di varia umanità con scrittori e artisti come Salvatore Quasimodo e Giacomo Balla, Bruno Cicognani, Renato Guttuso o Filippo Tommaso Marinetti, amico del fratello Giulio, futurista e aeropittore.  Giacomo D’Anna, spirito generoso e pratico, si lancia anche nello scolastico, con una formula in parte nuova: affidare a nomi prestigiosi della cultura accademica la compilazione dei libri di testo. I risultati non tardano, con scelte editoriali spesso d’avanguardia realizzate da illustri autori, quali Luigi Russo, Quintino Cataudella, Francesco Flora, Nicola Terzaghi, Manara Valgimigli. Ma il 1943 più che di poesia è un anno di prosa. I continui bombardamenti su Messina inducono Giacomo D’Anna a trasferire la stampa dei libri a Città di Castello. E proprio lì lo sorprende l’8 settembre. Lui, di sentimenti antifascisti, nonostante una rispettosa amicizia con Marinetti e Bottai, protegge il grande critico Attilio Momigliano, perseguitato a causa delle leggi razziali, e finisce in carcere. Dopo una fuga fortunosa, è il primo a entrare a Sansepolcro sulla torretta di un carro armato statunitense per liberare Momigliano che aveva affidato al direttore dell’ospedale civico di quella città. La produzione editoriale si incrementa: opere di cultura, manuali e antologie, con una specializzazione nell’ambito umanistico (il retaggio della Magna Grecia rimane nel DNA anche fuori della Sicilia), collane e riviste. Gabriele e Albertina, circondati da validissimi collaboratori, proseguono oggi quello straordinario cammino iniziato a Messina, nel 1926. http://www.danna.it/home.asp

 

 

* Salvatore Pugliatti (Messina, 15/3/1903 - Ragusa, 22/5/1976), è certamente la figura più rappresentativa - emblematica, addirittura - della cultura messinese del secolo appena passato. Giurista di gran fama, musicologo, letterato, critico d'arte, scrittore ed infaticabile animatore culturale, fu spesso, nel corso della sua vita, alla ribalta della cultura nazionale: sia accademica che militante. Rettore dell'Università di Messina dal 1957 al 1975. http://ww2.unime.it/comunicazione/progetto/ateneo/rettoriunime.htm  Amico fraterno di Giorgio la Pira e Salvatore Qusimodo, costituisce con essi a Messina un polo di attrazione culturale. La loro durevole ed impareggiabile amicizia comincia sui banchi di scuola dell'Istituto tecnico A.M. Jaci che tutti e tre frequentano negli stessi anni.

http://www.ciofalo.it/Incontri%20con%20l'autore%202002-03/Ferlazzo%20Natoli/Scritti%20su%20Pugliatti/LFN-Pugliatti-bgr.htm
 

 

* Giorgio La Pira nel 1914 è mandato a Messina dallo zio Luigi Occhipinti per proseguire gli studi. Nel 1921 consegue il diploma di ragioniere. Nel 1926 consegue la Maturità classica e si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina. Conosce e frequenta un gruppo di giovani tra cui Salvatore Quasimodo, futuro Premio Nobel per la Letteratura, e Salvatore Pugliatti, che sarà poi Rettore dell’Università di Messina. Con essi resterà sempre legato da grande amicizia. Nel 1926 si trasferisce a Firenze, per seguire il Professor Betti, relatore della sua tesi di laurea. Nel 1977 La Pira muore a Firenze, sabato 5 novembre. I suoi funerali suscitano una straordinaria partecipazione e commozione in tutti gli italiani. Nel 1986 il 9 gennaio, il Cardinale Arcivescovo di Firenze, Silvano Piovanelli, apre il Processo Diocesano per la causa di beatificazione di Giorgio La Pira.

 

* Salvatore Quasimodo con Salvatore Pugliatti e Giorgio La Pira rappresentano a Messina negli anni 1920-30 e seguenti la Cultura vera ed internazionale. Per quanto riguarda la produzione poetica di Quasimodo nacque in ambito messinese il primo nucleo di Acque e terre. Nel 1929 Quasimodo si recò a Firenze, dove il cognato Elio Vittoriani (cognato) lo introdusse nell'ambiente di "Solaria", facendogli conoscere i suoi amici letterati, da Alessandro Bonsanti, ad Arturo Loira, a Gianna Manzini, a Eugenio Montale, che intuirono subito le doti del giovane siciliano. Il 10 dicembre 1959, a Stoccolma, Salvatore Quasimodo ricevette il premio Nobel per la letteratura Nel 1960, dall'Università di Messina gli venne conferita la laurea honoris causa; inoltre fu insignito della cittadinanza di Messina. (http://www.salvatore-quasimodo.it/biografia.htm )

 

 

* Elio Vittorini – Scrisse anche Le donne di Messina 1949 sulla ricostruzione di una Italia migliore che doveva essere costrita dalle rovine del conflitto mondiale. - A Messina scrisse la sua opera più importante Conversazione in Sicilia 1941 Elio Vittoriani è nato a Siracusa nel 1908. Figlio di un ferroviere e primo di quattro fratelli, passò l'infanzia in varie località della Sicilia seguendo gli spostamenti del padre; poi, nel 1924, fuggì improvvisamente dall'isola (utilizzando i biglietti omaggio cui avevano diritto i familiari dei dipendenti delle ferrovie) per andare a lavorare in Friuli Venezia Giulia come edile. Il 10 settembre 1927, dopo una fuga architettata per potersi sposare subito, viene celebrato il matrimonio "riparatore" con Rosa Quasimodo, la sorella del celebre poeta Salvatore.

 

* Sul finire degli anni '20 alla pellicola cinematografica venne accoppiato il sonoro grazie ad ingegnosi sistemi per la sincronizzazione di sorgenti sonore esterne, sia grazie a tracce ottiche e magnetiche presenti sulla pellicola capaci di registrare il suono in sincrono con le immagini già durante la ripresa. Tutto questo si ebbe ad opera di un messinese Giovanni  Rappazzo. Il 22 marzo 1994 gli è stata conferita l'onorificenza di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana su iniziativa del Presidente della Repubblica

 

* Ingrid Bergman, Roberto Rossellini il Neorealismo ed il film “Stromboli (1949). Durante la lavorazione del film nacque fra il regista e l’attrice svedese la passione amorosa di cui si parlò per anni.

 

 

* Sempre nel 1949 Anna Magnani, delusa e amareggiata per la storia d’amore conclusa con Rossellini a causa della Bergman, girerà Vulcano, un film di W.Dieterle che in realtà rappresenta una polemica risposta a Stromboli che Roberto sta girando con la Bergman.

 

 

* Nel 1954 Domenico Modugno scrive “Lu pisci Spada” . Mister Volare nacque il 9 gennaio 1928 a Polignano a Mare (Bari), ma per tanti anni  fu creduto siciliano, messinese. Sposò una messinese di Montalbano Elicona Franca Gandolfi.

 

* Nel 1956 Italo Calvino raccoglie e traduce "Le fiabe Italiane" tra le quali la n. 147 "Cola Pesce" (http://www.granmirci.it/COLAPESCE.htm)

 

* A Messina, dal 1 al 3 Giugno 1955, si svolse la Conferenza di Messina, passo fondamentale e decisivo che porterà alla costituzione dell' Euratom  della CEE (Comunità Economica Europea) diventata in seguito Unione Europea.

 

 

* Baldacci Gaetano (Messina 1911 - Pavia 1971), giornalista italiano famoso per avere fondato il GIORNO. Nel 1945 abbandonò la professione di medico per diventare giornalista. Missiroli ne apprezzava l’intelligenza ma ne temeva gli articoli impegnati e caustici. Il Corriere non è per te. Devi farti un giornale tuo" gli ripeteva. Nel 1956 fondò il "Giorno", un foglio rinnovatore dei testi e della grafica che minacciò il primato di via Solferino. Apparteneva alla categoria dei giornalisti protagonisti, ancora oggi presente nel nostro mestiere: uomini dotati di talento e di forza polemica in cui mescolano inclinazione manageriale e spregiudicatezza. Temerario e risoluto, attaccò il presidente della Fiat Vittorio Valletta e il capo del Governo Antonio Segni che chiese e ottenne da Enrico Mattei, editore del foglio, il suo licenziamento. Arrestato per lo scandalo del Banco di Sicilia, fu assolto dopo un processo durato tre anni quando la sua salute era ormai compromessa da un male crudele. Morì nel 1971, a sessantanni.

 

 

* In Italia la storia dell'aliscafo parte dai Cantieri Navali di Leopoldo Rodriquez, in riva allo Stretto di Messina. Fu durante la seconda guerra mondiale che Carlo Rodriquez, il figlio di Leopoldo, si interessò al "Progetto Aliscafo", che la Germania studiava, ma non aveva ancora realizzato. Appena dopo la conclusione della guerra, l'architetto navale tedesco F. Lobau fu assunto dai cantieri navali di Messina per realizzare il progetto.
Nel
1956 fu varato il primo aliscafo commerciale italiano denominato "Freccia del Sole". Oggi, tutte i nostri  mari sono solcati da aliscafi, sempre più veloci, comodi e sicuri. http://www.aliscafi.it/storia.asp    http://www.rodriquez.it/

 

 

* Nel 1957  Taormina, nel Teatro Greco, d'intesa con l'Ente Provinciale per il Turismo di Messina, nell'ambito della Rassegna Internazionale Cinematografica di Messina, trovò posto l'ambita premiazione con i David di Donatello. Nel  1963, tale premiazione si rese autonoma ed ebbe luogo fino al 1981 anno in cui fu trasferita a Roma. I Premi David di Donatello erano destinati alla migliore produzione cinematografica italiana e straniera: con gli stessi criteri dei Premi Oscar a Hollywood, ma dandosi come riferimento la ben più prestigiosa statua del David scolpita a Firenze da Donatello, riprodotta in oro da Bulgari. Per essere premiati arrivarono a Messina i nomi più prestigiosi della cinematografia internazionale e nazionale. Le proiezioni della Rassegna a Messina avvenivano alla Fiera nei locali dell'Irrera a Mare.

 

 

* Un film che ha fatto la storia del Cinema, datato 1959, vincitore di una miriade di premi Oscar, Ben Hur ambientato tra la Palestina e Roma nel periodo della crocifissione di Gesù Cristo, vede protagonista la Città di Messina nella corsa delle bighe che si teneva tra grandi celebrazioni a Roma nel Circo Massimo. A Messina, fra le poche città famose in quell’epoca, era concesso l’alto onore, per la sua gloria e per la sua rinomanza, di competere nella corsa con le sue bighe con città quali Alessandria, Cartagine, Cipro, Roma, Corinto, Atene.

 

 

* Nel 1962 Alberto Sordi gira “Il Mafioso” per la regia di Alberto Lattuada, nel film c’è una splendida scena nella quale il ferry boat attracca a Messina porta della Sicilia. Durante le fasi di attracco alla moglie nordica e ai figli che arrivano per la prima volta sul suolo siculo, il baffuto Sordi recita:” uora uora ‘rruau lu ferry botte”.

 

 

* Nasce nel 1962. Sulla prima copertina, una geisha accende la sigaretta a un uomo d’affari, sintesi ideale dello spirito del periodico PANORAMA, la sede di stampa e di creazione è Messina . Dopo cinque numeri zero, Panorama si trasferisce a Milano.

 

 

* Stefano D'Arrigo - Horcynus Orca 1975 Impostato su una situazione epica - il ritorno, il nostos- Horcynus Orca descrive le vicissitudini di 'Ndrja Cambrìa, nocchiero semplice della fu regia Marina che, sbandato dopo I'8 settembre 1943, cerca di ritornare al suo paese sulla costa siciliana e dalla Calabria deve attraversare lo Stretto, affrontare Scilla e Cariddi. La traversata dello Stretto diventa un viaggio nella memoria dell'infanzia; il ritorno al paese la scoperta di un mondo stravolto e deformato, specie per l'inquietante apparizione sulla riva della mostruosa Orca. 'Ndrja però non disarma, s'impegna per riportare quel mondo stravolto all'ordine antico.

 

 

* Julien Green é lo pseudonimo di Julian Hartridge Green, scrittore francese di origine americana, nato a Parigi il 6 settembre 1900 e morto a Parigi il 13 agosto 1998. – Scrisse Demain n'existe pas (Non c'è domani) 1979  (opera teatrale ambientata a Messina nelle ore che precedono il terremoto del 28 dicembre 1908)

 

 

* Vincenzo Consolo è nato a Sant’Agata Militello (Messina) il 18 febbraio 1933. Dal 1968 vive e lavora a Milano, sua patria di adozione. Così ha scritto di Messina " ...lo Stretto di Messina, il suo breve spazio, ha sempre racchiuso un profondo oceano di tempesta e di strazio: qui sono avvenuti i fatidici terremoti e maremoti che hanno annientato più volte Reggio e Messina; sulle sue acque corrono i venti tempestosi di Eolo, succedono calmerie stregate, sorgono allucinatorie fatamorgane, altri prodigi che hanno acceso le fantasie dai primordi della sua storia... Fosse una macchina del tempo, il nostro Stretto, fosse una lastra sensibile che si lascia impressionare da ogni sagoma che sopra vi passa, vedremmo infiniti legni, infinite vele d'ogni forma e tinta, mercanti e soldati d'ogni razza, leggeremmo infinite storie, la storia che è passata per quelle acque...Città di luce e d'acqua, aerea e fuggente, riflessione e inganno, fatamorgana e sogno, ricordo e nostalgia. Messina non esiste. Esistono miti e leggende, Saturno, Orione, Cariddi, Mata e Grifone, Colapesce. Ma forse vi fu una città con questo nome perché disegni e piante riportano la falce di un porto con dentro velieri che si dondolano, e mura, colli scanditi da torrenti e coronati da forti, e case palazzi chiese orti."

 

 

 * Nell'anno 1994 il grande attore napoletano Massimo Troisi scomparso subito dopo aver girato il suo ultim film "Il Postino" - "The Postman", lascia nella nostra terra il suo più grande e fascinoso ricordo, infatti, proprio a Salina contrada Malva nella casa del famoso poeta messinese Pippo Cafarella, gira molte scene di quello che sarà il suo best-seller. L'ìabitazione in questione nel film diventa quella del poeta Pablo Neruda. Nella stessa pellicola viene immortalata anche un'attrice messinese Maria Grazia Cucinotta che grazie a Troisi diviene celebre in tutto il mondo.

 

 

 * Si sono svolte in Sicilia dal 14 al 31 agosto le Universiadi '97 che hanno visto la partecipazione di 147 paesi ed oltre 7000 universitari provenienti dai Centri Sportivi di tutto il mondo. Messina ha ospitato le gare di nuoto e tuffi così inaugurando l'impianto di Cappuccini.

 

 

* Si è svolta a Messina dal 21 luglio al 2 agosto 1998 la 23^ Coppa del Mondo di baseball. Messina ha ospitato nell'impianto Conca d'Oro dell'Annunziata le gare del Gruppo B che vedevano antagoniste nel Diamante - Australia - (AUS) - Chinese Taipei (TPE) - Korea (KOR) - Netherlands (NED) - Russian Federation (RUS) - United States of America (USA) - Nicaragua (NIC) Canada (CAN) . Le posizioni finali sono state: 1st Place      Cuba - 2nd Place      Korea - 3rd Place      Nicaragua - 4th Place      Italy - 5th Place      Japan - 6th Place      Netherlands - 7th Place      Australia - 8th Place      Dominican Republic.
 

 

 

* Nel 1999 si è celebrato a Messina l'anno Santo Jacobeo nella chiesa parrocchiale "Santa Maria Incoronata" a Camaro Superiore. Nei secoli da questo antico casale messinese si è diffusa la devozione di San Giacomo Maggiore Apostolo (La tradizione lo descrive come il primo evangelizzatore della Spagna. Il sepolcro contenente le sue spoglie, portate lì da Gerusalemme dopo il martirio, sarebbe stato scoperto nell'anno 814 dall'anacoreta Pelayo in seguito ad una visione luminosa. Il vescovo Teodomiro, avvisato di tale prodigio, giunse sul posto e scoprì i resti dell'apostolo. Dopo questo evento miracoloso il luogo venne denominato "campus stellae" (campo di stelle) dal quale deriva l'attuale nome di Santiago de Compostela, il capolouogo della Galizia. La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi medioevali, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata). Dopo la soppressione delle indulgenze da parte di Paolo VI nel 1967, Camaro Superiore ha riavuto un particolare privilegio fino a quel momento solo di Compostela, quello cioè di celebrare l'Anno Santo Compostellano (diverso da quello giubilare che si celebra a Roma ogni 100 anni circa) poichè la Chiesa di San Giacomo conserva un prezioso ferculum del 1666 con le reliquie di San Giacomo. Ricordiamo che ogni volta che il 25 luglio, festa di San Giacomo, cade di domenica, a Santiago di Compostella in Spagna è Anno Santo. Ma qual è il legame che lega Compostela e Messina? La città peloritana era il punto di convergenza e di smistamento per coloro che erano diretti a Gerusalemme, a Roma e a Santiago di Compostella. Sulle sponde dello Stretto, infatti, giungevano pellegrini da tutt’Europa ai quali si univano quelli provenienti da ogni parte della Sicilia. Furono, allora, istituite in Sicilia diverse mete di pellegrinaggio a S. Giacomo, in alternativa al viaggio a Santiago di Compostella. Alcune reliquie del Santo furono portate nell’isola e produssero incessanti pellegrinaggi, incrementando la devozione jacopea e dando prestigio alle località che le custodivano. Nel 1664, per Messina il papa Alessandro VII concesse l'indulgenza plenaria a tutti coloro che avrebbero visitato la "ecclesiam confraternitatis S. Jacobi Apostoli messanensis" nel giorno dedicato al Santo. Il pellegrinaggio ai loca sancta jacopei di Sicilia, dunque, sostituì lentamente il lungo e pericoloso cammino diretto a Santiago, rispondendo così al bisogno del devoto di sottoporsi ad attività penitenziali. I vescovi del Concilio di Trento (1545-1563) si pronunciarono dettagliatamente sulle attività delle confraternite sollecitandole, oltre che alla pratica della penitenza, anche e soprattutto alla solidarietà verso i bisognosi. I confrati assistevano i poveri, gli ammalati, le vedove, gli orfani, i trovatelli, i carcerati, i condannati a morte. Nel sec. XVII nuove confraternite jacopee si registrano a Palermo, Termini Imerese, Agrigento, Piazza Armerina, Camaro Messina. È importante, infine, sottolineare che l’Arcidiocesi di Messina ha ottenuto da Giovanni Paolo II, tramite la Penitenzeria Apostolica, il dono di poter celebrare nella chiesa di S. Maria Incoronata a Camaro, antico casale messinese, l’Anno Santo Compostellano anche nel 2004. Durante questo anno è stata concessa l’indulgenza plenaria a tutti coloro che hanno pregato nella cappella di S. Giacomo, sede della confraternita dedicata al Santo. Messina conferma così il suo legame con Santiago di Compostella iniziato nel XII secolo e mai interrotto.

 

 

* NASSIRIYA - La guerra entra nelle case degli italiani alle 8,45 del mattino. In quel momento a Nassiriya, città a sud dell'Iraq, sono le 10,45. Due palazzine in cui risiedono i carabinieri e i militari del contingente che fa parte dell'operazione "Antica Babilonia" vengono sventrate da un attacco kamikaze. Fumo, muri che crollano, sirene di ambulanze, vigili del fuoco, macchie di sangue sul selciato, persone che fuggono terrorizzate. Poco dopo si incomincia a comprendere che cosa è accaduto: un'auto imbottita di esplosivo si è lanciata contro quello che è ritenuto dalla guerriglia irachena un obiettivo militare. C'è stata anche una sparatoria all'ingresso. Alla fine della giornata il bilancio è tragico: muoiono 12 carabinieri, quattro soldati dell'esercito e due civili. I feriti sono 20, 15 carabinieri, quattro militari e un civile. I feriti più gravi sono due militari, gli altri sono feriti in modo non grave. Ricoverata anche un carabiniere donna: è la marescialla Marilena Iacobini. La sottufficiale è effettiva nella stazione dei carabinieri di Pitigliano, in provincia di Grosseto.
I militari colpiti fanno parte della Msu, l'unità multinazionale specializzata. Sono arrivati a Nassiriya il 13 giugno.
La ricostruzione. Un camion forza il posto di blocco all'entrata della base e prosegue la sua corsa sino alla palazzina di tre piani che ospitava il dipartimento logistico italiano. C'è una sparatoria. Dietro al camion irrompe l'autobomba che finisce la sua corsa esplodendo e causando l'inferno. In tarda serata il generale Giorgio Cornacchione, comandante del contingente italiano, spiegherà che a compiere l' attentato sono stati "quattro kamikaze" su due veicoli con a bordo tra i 150 ed i 300 chili di esplosivo. Gli attentatori sono stati inizialmente "fermati da difese esterne", costituiti da reti e fili spinati. "Ma il quantitativo di esplosivo - ha detto il generale - era così potente da aver distrutto quasi completamente la palazzina".
L'esplosione è potentissima, fa crollare gran parte dell'edificio e danneggia una seconda palazzina dove ha sede il comando. I vetri delle finestre del complesso vanno in frantumi. Nel cortile davanti alla palazzina molti mezzi militari prendono fuoco. In fiamme anche il deposito delle munizioni, da cui provengono forti esplosioni. Il traffico nella zona circostante è in tilt, mentre la popolazione scende in strada in preda al panico. I primi a parlare di attentato suicida sono i giornalisti della tv araba Al Jazeera che ipotizzano uno o due mezzi impiegati dai kamikaze. La base colpita, ribattezzata "Animal House" si trova nella vecchia sede della Camera di Commercio, sulle rive del fiume Eufrate.
Nell'esplosione sono andati distrutti anche gli uffici di un edificio dove ha sede una Ong americana, la International Medical Corps, attiva nella zona da circa sei mesi. Tra il personale della Ong vi sono almeno altri 10 feriti, tra cui lo stesso coordinatore, il britannico Ewmar Tiangle. La tragedia entra anche nelle case dei messinesi in maniera forte ed inevitabile difatti, muioiono anche tre messinesi i carabinieri Ivan Ghitti, Alfio Ragazzi e Giovanni Cavallaro. Insigniti al valor militare con la medaglia d'oro.

 

 

 

 

 

 

* I legami di Messina con le crociate furono talmente forti da esseri ripresi in un film del 2004 proiettato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo record di incassi negli USA “Le Crociate - kingdom of Heaven”, del regista Ridley Scott. La storia ha proprio inizio a Messina. Dalla Francia parte per l’avventura,  Baliano (protagonista del cult-film) di Ibalin umile fabro, dopo un fortuito incontro col padre, mai conosciuto, si istrada verso Messina e si imbarca per la Terra Santa come crociato. Il protagonista del film parte dalla sua terra proprio verso Messina, ha come meta Messina dove si radunano le navi che salpano verso la Terra Santa a combattere per il Santo Sepolcro. Questo sa a significare, il ruolo fondamentale di Messina nella Storia e nel mediterraneo. http://www.ottoemezzo.com/pvisione/film_103.htm

 

 

* Si è svolto a Messina il Campionato Mondiale 1/8 Pista 2005 Automodellismo- 3-11 settembre 2005 -  - Tantissime le persone che  hanno seguito la lunga kermesse Mondiale, raggiungendo un record incredibile nella giornata della finale.
 

 * Giorno 10 febbraio 2006 il Ministro della Difesa, on. Antonio Martino ed il Ministro della Difesa e vicepremier russo, Serghej Ivanov, si sono  incontrarsi alle ore 19, a palazzo Zanca, con il sindaco Francantonio Genovese, dopo aver sostato in raccoglimento di fronte la lapide, che ricorda gli aiuti prestati nel 1908 dalla Flotta imperiale russa del mar Baltico. Il Sindaco ha presentato, ai due Ministri, la mostra-memoria dedicata alla Marina russa, e la pubblicazione "Messina e le navi della Marina russa", edita per l'occasione dal Comune. I Ministri successivamente hanno incontrato al Palazzo della Provincia il presidente Salvatore Leonardi, ed hanno presenziato all'inaugurazione di una mostra fotografica rievocativa ed alla presentazione della riedizione del volume “1908 Marinai russi a Messina".

 

 

* Giorno 10 febbraio 2006 vertice Nato a Taormina Imponente macchina organizzativa con regia messinese. La Nato si allarga e si rinnova. Martino, Scheffer, Rumsfeld e Ivanov protagonisti di una fitta serie di colloqui su cui si è incentrata l'attenzione mondiale sono stati invitati a partecipare anche i ministri della Difesa dei sette Paesi del Dialogo Mediterraneo dell'Alleanza atlantica (quindi Israele, Giordania, Egitto, Mauritania, Algeria, Marocco e Tunisia). E' la prima volta che il consiglio Nato viene esteso ai paesi del Mediterraneo, a livello di ministri della difesa. In discussione, nella sessione di lavoro estesa ai sette, le modalità di trasformazione del dialogo in una vera e propria partnership con i sette Paesi della regione merditerranea, come era stato deciso al vertice dell'Alleanza atlantica di Istanbul del 2004. Il meeting rappresenta un  punto di svolta per le strategie politico-militari dell'Alleanza Atlantica. Quella volta fu varato un piano di ammodernamento dei sistemi nucleari; stavolta i 26 paesi membri discutono  la proposta del ministro messinese Antonio Martino (teorico del neoliberismo, in linea con l'establishment USA) di ammettere Israele nella Nato.
La visita dei ministri della Difesa e la presenza delle navi russe nel  porto della città peloritana rinsaldano i legami di amicizia tra Messina e Mosca.

Nel porto di Messina, la storica "prima volta"  di un segretario dell'Alleanza su una nave della Federazione russa

* Giorno 11 febbraio 2006
si è svolto al molo "I Settembre" del porto di Messina, alla presenza del Ministro della Difesa, Antonio Martino e del Ministro della Difesa e vice premier russo, Serghej Ivanov e di autorità civili, religiose e militari, la solenne cerimonia di commemorazione dell'intervento di soccorso che nel 1908, gli incrociatori Makaroff e Bogatyr e le corazzata Slava e Tzésarévitch prestarono alla città all'indomani del sisma. Il sindaco, Francantonio Genovese, nel corso del suo intervento, ha rivolto un caloroso benvenuto agli equipaggi delle navi ormeggiate e ringraziato i ministri Martino e Ivanov "che hanno reso possibile l'omaggio a pagine di storia, a cui Messina è particolarmente legata". (discorso pronunciato dal Sindaco di Messina) La presenza di una rappresentanza della Marina russa - ha proseguito Genovese - che 98 anni fa portò aiuto ai messinesi, testimonia l’attenzione del popolo russo per la nostra terra e l’affetto che ancora oggi esiste tra le nostre genti.
All’approssimarsi del centenario
di quella tragedia - ha continuato - rimane vivo, nella memoria e nel cuore di messinesi e non, il ricordo degli aiuti e delle vite salvate dagli equipaggi russi.
Oggi, a distanza di quasi 100 anni, il seme di quella fratellanza, germogliato in quelle terribili ore, è divenuto arbusto rigoglioso e ci fa affermare che quel legame va ben al di là della storia, della memoria e della commemorazione.
Ricorderemo, nel 2008, quell’alba tragica
, e lo faremo in occasione di un Centenario al quale questa Amministrazione dedicherà momenti solenni e approfondimenti storico-scientifici, e sin da ora, mi piace considerare la Federazione Russa, oggi qui rappresentata dal vice premier Ivanov, impegnata negli eventi che promuoveremo insieme con
altre Istituzioni e Governi.
Nel ricordo di quella solidarietà
- ha concluso Genovese - la città è sempre pronta ad accogliere, ogni volta con immutato entusiasmo, le visite di unità della Flotta russa, e sono lieto sottolineare, proprio in occasione di questa commemorazione, che adempiendo all'impegno assunto da Messina negli anni successivi a quella immane tragedia, dedicheremo nella giornata di lunedì 13 alla Marina russa, uno dei viali più importanti della città".
La lapide commemorativa, lunedì 13, alle ore 9.30, alla presenza del sindaco Genovese e delle autorità russe, sarà collocata a Camaro, nel Viale cittadino intitolato alla Marina Russa (incrocio viale Italia- asse viario Messina Centro).
A 98 anni dal sisma che nel 1908 la distrusse, Messina mantiene l'impegno preso sin nel 1909, ribadendo la considerazione e la riconoscenza della città per la generosità, l'eroismo e l'abnegazione dei soccorsi portati dalla Divisione navale russa, che già dalle prime tragiche ore del terremoto del 28 dicembre 1908, quando ancora la terra tremava, prestò i primi generosi aiuti alla popolazione.

 

 

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