William Shakespeare...

...Messinese?

 

      

Alcune biografie esordiscono: “Tutto quello che sappiamo di William Shakespeare è che nacque nell'aprile del 1564 (fu battezzato il 26, ma per tradizione la nascita si celebra il 23, giorno di San Giorgio patrono della nazione) a Stradford-Upon-Avon, grosso centro del Warwickshire, a nord-ovest di Londra, vi si sposò a diciotto anni, nel novembre del 1582 con Anne Hathawayvi, ebbe figli: Susanna a cui seguirono nel 1585 due gemelli, Hamnet e Judith, andò a Londra dove fece l’attore e scrisse opere di poesia e di teatro, tornò a Stratford, vi fece testamento, vi morì nel 1616, a 52 anni, lì fu sepolto.” La notevole mole di notizie scritte dai suoi biografi contribuisce però solo a formare una cornice all’interno della quale William Shakespeare resta inafferrabile. Poco sappiamo dei suoi primi anni e non c’è nulla che unisca la sua vita e soprattutto le sue opere a Stratford. Il riferimento storico certo è del 1592, quando ormai Shakespeare è già un drammaturgo affermato: è di quell’epoca infatti un pamphlet di un’opera nella quale il "rivale" Robert Greene che in un passo del suo A Groath's Worth of Wit bought with a Million Repentance (Un soldo di spirito comprato con un Milione di pentimento), noto anche come Groatsworth of Wit, lo attacca accusandolo di arrivismo. Su di lui sono stati scritti un'infinità di libri, sono stati effettuati anni di pazienti ricerche nel tentativo di risolvere un unico fondamentale imbarazzante quesito: Qual è il  mistero che avvolge la vita di  William Shakespeare?  Può essere davvero simile ipotesi una nuova questione omerica dei tempi moderni.

 

     Ciò che colpisce è che nel “The Times”, quotidiano londinese in data 8 Aprile-2000 è riportato, secondo lo studio di alcuni college inglesi e del Prof. Martino Iuvara di Ustica -docente della cattedra di Letteratura Italiana a  Palermo-, un articolo secondo il quale William Shakespeare sarebbe nato proprio a Messina. Egli infatti dovette scappare dalla sua Messina alla volta di Londra a causa dell'Inquisizione Santa(ricordiamoci che in quel periodo Messina era sotto il giogo della dominazione spagnola) essendo i genitori di lui fervidi sostenitori e assertori del calvinismo. Arrivato in Inghilterra nella cittadina di Stratford-Upon-Avon avrebbe trasformato quindi Il suo nome da Michelangelo Florio Crollalanza, nel suo equivalente(tradotto letteralmente Shake= Scrollare; Speare= Lancia) Shakespeare, mentre il nome William lo avrebbe preso da un suo cugino da parte di madre, morto prematuramente a Stratford-Upon-Avon cittadina dove già da tempo vivevano alcuni suoi cugini. Un'altra ipotesi è invece quella secondo cui il bardo non fece altro, una volta giunto in terra di britannia, che trasformare al maschile il nome e cognome della madre Guglielma Crollalanza nell'esatta traduzione inglese, ovvero: William Shakesperare.

 

      Questa notizia mi ha spinto allora ad approfondire i termini della questione e così grazie ad internet ho trovato diversi siti dove era trattata proprio questa tematica che mi ha emozionato.

 

    Prima cosa che mi spinge ad indagare: il prof. Iuvara dice che i primi dubbi vennero colti proprio in Italia, nei primi anni '20, quando venne ritrovato un volume di proverbi, "I secondi frutti", scritto nel XVI secolo da uno scrittore calvinista, tale Michelangelo Crollalanza. Molti di questi detti erano gli stessi utilizzati da William Shakespeare ne l'Amleto.

 

    L'articolo del "Time" così recita: << Il mistero di come e perché William Shakespeare sapeva così tanto dell'Italia ed ha messo tanto dell'Italia nelle sue opere "è stato risolto" da un accademico siciliano pensionato: <<la questione risiede nel fatto che  non era affatto inglese, ma italiano. Le biografie del Bardo ammettono che ci sono moltissime lacune nella sua vita, ma attestano che Shakespeare era figlio di John Shakespeare e Mary Arden,che era nato a Stratford-Avon nel mese di aprile 1564, e che sia  stato sepolto là nel mese di aprile del 1616. >>. Tuttavia, il professor Martino Iuvara, 71 anni, un insegnante pensionato di letteratura, sostiene che Shakespeare era siciliano, nato a Messina come Michelangelo Florio Crollalanza e che fuggito a Londra a causa della santa inquisizione, perché appartenente al rito Calvinista, cambiò il suo nome nell'equivalente inglese.

Crollalanza o Crollalancia si traduce letteralmente Shakespeare. In un'intervista con il magazine "Oggi" , il professor Iuvara ha detto che la chiave del mistero era il 1564, l'anno in cui John Calvin è morto a Ginevra. Era l'anno in cui Michelangelo è nato a Messina da un medico, Giovanni Florio e una nobildonna chiamata Guglielma Crollalanza, entrambi seguaci di Calvino. L'inquisizione era sulle tracce del Dott. Florio a causa delle sue idee eretiche calviniste, allora la famiglia fuggì a Treviso, vicino Venezia, comprò stranamente casa Otello, proprio come l'Opera, costruita da un mercenario veneziano chiamato Otello che, la leggenda locale diceva, anni prima, avere ucciso, per la sua mal risposta gelosia, la moglie. Michelangelo ha studiato a Venezia, Padova e Mantova ed ha viaggiato in Danimarca, in Grecia, in Spagna ed in Austria. Era diventato amico del filosofo Giordano Bruno, che doveva essere bruciato sul rogo per eresia nel 1600. Bruno, dice lo Iuvara, aveva forti collegamenti con William Herbert, Conte di Pembroke e con il Conte di Southampton. Nel 1588, a 24 anni, Michelangelo si recò in Inghilterra sotto il loro patronato. Sua madre, la Signora Crollalanza, aveva un cugino inglese a Stratford, che prese il ragazzo in casa. Il ramo di Stratford aveva già tradotto il loro cognome come Shakespeare ed aveva avuto un figlio chiamato William, che era morto prematuramente. Michelangelo, dice il professore, ha semplicemente preso questo nome per se stesso, diventando William Shakespeare. 15 delle 37 opere del poeta sono ambientate in Italia.>>

 

All’indirizzo http://www.abeautifuldifference.com/webdoc9091.html così è scritto: 

<< Shakespeare era italiano? Crederci oppure no? Questo problema è stato oggetto delle lezioni  di noi allievi dell'istituto collegiale Arthur come base essenziale delle nostre lezioni di  inglese. Shakespeare, come nativo dell'Italia è supposto per spiegare i molti luoghi italiani, i caratteri con i nomi italiani ed i tanti riferimenti ad essi  nelle sue opere. È stato suggerito che realmente è nato a Messina, (e se anche gli inglesi, che hanno forte il senso del nazionalismo e dell'appartenenza, hanno fatto degli studi in tal senso,  questa tesi sicuramente non è poi così folle come potrebbe sembrare) in Sicilia, come Michelangelo Florio Crollalanza. I suoi genitori non erano John Shakespeare e Mary Arden, ma erano Giovanni Florio, un medico e Guglielma Crollalanza, un nobildonna siciliana. Questo forse può spiegare i molti luoghi che caratterizzano l'Italia e i nomi italiani, come: Romeo e Giulietta -  Otello - Due signori di Verona-  Sogno Di una  Notte Di Mezza  Estate - Il mercante di Venezia  - Molto rumore per nulla (ambientata a Messina) – La Bisbetica Domata -  Misura per  misura – Giulio Cesare -  Il Racconto Dell'Inverno - La Tempesta.

È piuttosto impressionante che l'Italia ed i nomi italiani siano così diffusi in Shakespeare.Vi rende il concetto? Un professore in Italia sostiene che Shakespeare era italiano da Messina. Nel The Times di  Londra, dell’ 8 aprile 2000, (vedi citazione di cui sopra)  riporta  che  Martino Iuvara, un insegnante pensionato di  letteratura, crede che  Shakespeare era realmente Michelangelo Florio Crollalanza, arrivato  in Inghilterra durante l’inquisizione. Shakespeare è presumibilmente la traduzione letterale di Crollalanza. In un altro articolo, evidenziano gli studenti,  la scrittrice, Amanda Mabillard scrive quanto segue: " Il professor siciliano Martino Iuvara sostiene che Shakespeare era, infatti, non inglese affatto, ma italiano. La sua conclusione è caratterizzata e puntualizzata da ricerche effettuate dal  1925 – 1950 insieme a due professori all'università de Palermo. Iuvara presuppone che Shakespeare non sia nato  in Stratford nel mese di aprile del 1564, come si crede comunemente, ma realmente nato  a Messina, (guardacaso nello stesso anno) come Michelangelo Florio Crollalanza. I suoi genitori non erano John Shakespeare e Mary Arden, ma erano Giovanni Florio, un medico e Guglielma Crollalanza, un nobildonna siciliana. La famiglia presumibilmente  fuggì dall’Italia durante la santa inquisizione e mosse verso Londra. E a Londra che Michelangelo Florio Crollalanza  decise di cambiare il suo nome con il  relativo equivalente inglese. Crollalanza si traduce letteralmente come 'Shakespeare'. Iuvara continua a sostenere  che Shakespeare abbia  studiato all'estero e sia stato istruito dai monaci Francescani che gli hanno insegnato latino, greco e storia. Inoltre sostiene che mentre Shakespeare (o Crollalanza giovane) stava attraversando l’Europa si sia innamorato di una ragazza di  16 anni  chiamata Giulietta. Ma i membri della famiglia si siano  opposti all'unione e Giulietta si sia per questo suicidata.... Continua a scrivere, “le suddette somiglianze fra Michelangelo Florio Crollalanza e Shakespeare sono intriganti, ma per ora rimango sul piano dello studio sottoposto a  scetticismo costruttivo”. La domanda è stata posta a noi come allievi dell'istituto collegiale Arthur come componente essenziale  delle domande degli esami di inglese.>>.

 

    Da un'altra intervista fatta al prof. Iuvara è riportato: -Ci siamo trovati di fronte a un lucido 71enne, un ex docente e giornalista pubblicista che riesce a sovvertire (come vedremo in seguito) alcuni episodi che la storia tramanda. Professor Iuvara, come le venuto in mente di affermare che mister Shakespeare era in realta' il dottor Crollalanza? A parte l'evidenza della traduzione della parola Shakespeare, da Shake (Crolla) e Speare (Lancia), mi sono limitato a riprendere gli studi che altri, in precedenza, avevano aperto. Così, ho trascorso parte degli ultimi dieci anni a raccogliere documenti che confermano la mia idea. Perche`, veda, io pongo delle domande a cui nessuno ha mai saputo rispondere. E cioè: come faceva il figlio di un guantaio, come la storia ci vuol fare credere, a possedere l'immensa cultura che Shakespeare dimostro` nelle materie classiche? Come poteva, un poeta inglese, e per di piu` a quei tempi, descrivere fedelmente luoghi, paesaggi e persone italiani, così come li ritroviamo in ben 15 delle 37 opere del sommo William? E perchè la biblioteca non e' mai stata messa a disposizione dei biografi? Già. E Lei, come risponde? Esistono i documenti che provano che Michelangelo Crollalanza era figlio di Giovanni Florio e Guglielma Crollalanza, nato a Messina nel 1564. Studio` latino, greco e storia presso i francescani, prendendone il saio. Ma all'eta` di 15 anni fu costretto a fuggire con la famiglia in Veneto, a causa delle idee calviniste del padre, condannato al rogo dal Sant'Uffizio per aver pubblicato le sue accuse alla Chiesa cattolica. Michelangelo abitò nel palazzo di Otello, un nobile veneziano che, accecato dalla gelosia, aveva ucciso anni prima la moglie Desdemona. Dopo aver frequentato il frate dominicano Giovanni Bruno, s'innamoro' a Milano di una contessina, Giulietta, che venne rapita dal governatore spagnolo il quale accusò del sequestro il giovane Crollalanza perchè convinto anticalvinista. Giulietta si suicida e fu allora che Michelangelo fuggì in Inghilterra, assumendo l'identikit di un cugino morto prematuramente: il suo nome era William Shakespeare. E come la mettiamo con la lingua? Le sue prime opere le fa tradurre e le mette in scena al teatro in legno "The Globe". Poi quando sposa la moglie inglese, questa gli traduce i versi più famosi. D'altronde, anche per i biografi di allora, Shakespeare mostrava di avere un accento decisamente straniero. Ho quindi l'impressione che nessuno, in Inghilterra, abbia mai avuto il coraggio di tirare fuori la sua biblioteca lasciata in eredità. Salterebbe fuori la sua vera identità. Capisco la reazione degli inglesi. Sarebbe come se ci dicessero, all'improvviso, che Dante in realtà era, faccio un esempio, uno spagnolo. Cosa spera di ricavare da questa storia? Lo faccio per passione. Mi diverto a spulciare antichi documenti e a rivedere la storia ufficiale, quando questa difforme dalla realtà dei fatti.

 

Il Professore Iuvara ha pubblicato un Saggio dal titolo Shakespeare era italiano http://www.editorialeagora.it/rw/allegati/1.pdf

 

    Ed ancora nel sito http://www.cronologia.it/storia/biografie/shakes.htm anche Oreste Palamara cerca di saperne di più e così scrive: <<Michele Agnolo (o Michelangelo) Florio (Scrollalanza dal lato materno) (n.1564 ?), di origine quacquera, visse parte della sua vita, sfuggendo alle persecuzioni religiose, nelle isole Eolie, a Messina, a Venezia, a Verona, a Stratford e a Londra. Fu autore di molte tragedie e commedie ambientate nei luoghi suddetti, che dimostrava di ben conoscere, così come dimostrava di ben conoscere la lingua italiana ed il teatro italiano, nonché di avere una buona dimestichezza con la scena italiana. Alcune sue opere rinvenute sembrano essere la versione originaria di altre ben note opere attribuite a Shakespeare, come "troppu trafficu pì nnenti", scritta in messinese, che potrebbe essere l’ originale di "Troppo rumore per nulla" di Shakespeare, apparsa 50 anni dopo.  Fuggendo con la famiglia, si trovò a vivere per un certo periodo a Venezia, ove pare che un suo vicino di casa, moro, uccidesse per gelosia la propria moglie. Su ispirazione di questa storia scrisse una tragedia e così come Sheakespeare scrisse successivamente l’ "Otello". Sempre fuggendo per la persecuzione religiosa, arrivò a Stratford,ove fu ospite di un oste guitto e ubriacone, forse parente della madre, che lo prese a benvolere come figlio, soprattutto perché gli ricordava il proprio figlio, William, che era morto.
L’oste prese a chiamarlo affettuosamente "William". A questo punto bastava tradurre in inglese il cognome della madre (da "Scrolla lanza" o "scrolla la lancia" in "shake the speare" o "shake speare") ed ecco il nuovo cognome "Shakespeare". Nasce così WILLIAM SHAKESPEARE, non più perseguibile come quacquero fuggiasco, ma costretto a tenere il mistero sulla sua vera identità e le sue origini. Forse l’oste suo parente era già uno "Scrollalanza" che aveva tradotto il suo cognome, per cui il compianto figlio, già si era chiamato William Shakespeare. Nelle ricostruzioni biografiche successive il grande drammaturgo verrà ritenuto essere il terzo degli otto figli di John Shakespeare. Venuto improvvisamente dal nulla, senza luogo né data di nascita, ed impostosi prepotentemente, soprattutto a Londra, alla ribalta quale drammaturgo ed attore, genera presto curiosità e scalpore, che lo inducono ad accentuare il mistero, per non essere scoperto dai suoi persecutori. Ciò fa sì che anche venga scambiato per l’oste guitto, che spesso recitava le opere di William ed a cui pure, talvolta, viene attribuita la paternità delle opere stesse, accentuando vieppiù la confusione. Singolare circostanza:
Ad accentuare il mistero altri particolari tutt’altro che irrilevanti: nei registri della scuola secondaria di Stratford non compare il nome di nessun William Shakespeare. Inoltre nel 1603 il nome di Shakespeare scompare dal registro degli attori forse per paura che i suoi persecutori fossero sulle sue tracce, dal 1603 il suo nome non figura più negli elenchi degli attori. Intorno al 1613 smette di scrivere per il teatro; il 23 Aprile 1616 muore. Si sa che William Shakespeare frequentasse a Londra un Club In. In quel Club, però, non risulta registrato fra i soci, mentre, invece, vi risulta registrato Michelangelo Florio. E’ noto che la sciattezza della biografia di Shakespeare, raffrontata alla cospicuità della sua opera teatrale, hanno fatto negare a molti studiosi l’autenticità della sua esistenza, e ritenere essere Egli il prestanome di personaggi più famosi. Della sua vita si hanno comunque notizie molto incerte, offuscate sempre più dagli abbellimenti leggendari che, di volta in volta, sono stati costruiti sulla sua immagine. Un Florio Giovanni (Londra  1553 - 1625), umanista inglese di padre italiano ed autore di un dizionario inglese-italiano, fu certamente conosciuto da Shakespeare, che dimostra chiaramente, nelle sue opere, di aver certamente conosciuto le raccolte di dialoghi First Fruits (1578) e Second Fruits (1591) di Giovanni Florio. La differenza di età tra questi due personaggi esclude, comunque, che si potesse trattare di padre e figlio.”  

    Di sito in sito, trafugato dalla scatola di Internet, durante la ricerca, affannosa ed amabile che cerca sempre nuovi spunti e nuovi desideri di sapere, troviamo  che seri dubbi si pongono anche sulla attribuzione delle sue opere… <<A proposito della paternità della gran quantità di opere che gli sono attribuite, la World Book Enciclopedia dice: "Nessun importante studioso di Shakespeare dubita che sia lui l'autore dei drammi e delle poesie". Altri pero, sono di parere contrario. Perché questa divergenza di opinioni? Su di lui sono stati scritti un infinità di libri -molti dopo anni di pazienti ricerche- nel tentativo di risolvere un unico fondamentale, imbarazzante quesito:                           

William Shakespeare scrisse le opere che portano il suo nome?

Problemi fondamentali: I drammi di Shakespeare rivelano una straordinaria esperienza secolare. Aveva ad esempio una buona conoscenza della legge, e fece largo uso di termini e precedenti legali. Nel 1860 John Bucknill scriveva di lui dicendo che conosceva a fondo la medicina.(Medical Knowledge of Shakespeare). Lo stesso si può dire delle sue nozioni di caccia, falconeria e altri sport, come pure dell'etichetta di corte. Lo storico John Michell dice che era "lo scrittore che sapeva tutto". Nei drammi di Shakespeare si parla in cinque occasioni di naufragi, e l'uso di termini nautici fa pensare che lo scrittore fosse un esperto marinaio. Ma Shakespeare aveva viaggiato all'estero? Aveva servito nella marina? Ebbe una parte nella sconfitta dell'invincibile Armata spagnola nel 1588? Una qualsiasi di queste cose avvalorerebbe la paternità di Shakespeare, ma non esistono prove al riguardo. La situazione è simile in quanto alla padronanza di questioni militari e del linguaggio dei soldati di fanteria. Le citazioni bibliche hanno una parte importante nelle sue opere. Potrebbe averle imparate dalla madre, ma non ci sono prove che lei (quella inglese) sapesse leggere. La conoscenza della Bibbia introduce il problema dell'istruzione di Shakespeare.

Uomo di lettere? Il padre di William , John, (quello inglese) era un guantaio, commerciava in lana e forse faceva il macellaio. Era un cittadino rispettato, anche se illetterato. Non esistono registri degli alunni della scuola secondaria di Stratford.

 

    Ma, aggiungo io,  se fosse vera la teoria che vuole Shakespeare figlio di messinesi la cultura lì, in quella famiglia,  era di casa poiché il padre Giovanni Florio era medico, e la madre Guglielma Crollalanza era una  nobildonna sicuramente acculturata. Qui si innesca il dubbio sulla nascita di Shakesperare poiché se fosse nato e cresciuto nel disperso borgo di Stradford-upon-Avon le sue conoscenze non avrebbero potuto essere così vaste...

ma perché un anelito mi porta a sognare, forse perché sono messinese anch'io o forse perché un'interna parte di me lo intuisce?

 

    Il drammaturgo Ben Jonson, amico di William, gli attribuiva "poca conoscenza del latino e meno del greco", forse ad indicare che la sua istruzione era rudimentale. Eppure lo scrittore dei drammi aveva un ottima conoscenza dei classici greci e latini, oltre alla letteratura -e forse della lingua- francese, italiana e spagnola. Aveva inoltre un vocabolario ricchissimo. Oggi un cittadino istruito raramente utilizza nella conversazione piu' di 4.000 vocaboli. John Milton, poeta inglese del XVII secolo, ne uso' circa 8.000 nelle sue opere, ma una fonte autorevole ne attribuisce a Shakespeare ben 21.000!

Libri e manoscritti: Tutti i possedimenti di Shakespeare sono elencati con cura nel suo testamento di tre pagine, ma in esso vi è alcuna menzione né di libri né di manoscritti! Vennero forse lasciati a Susanna la figlia maggiore? In tal caso sarebbero stati senz'altro divisi fra i discendenti di lei. Incuriosito da questo mistero, un religioso del XVIII secolo controllò tutte le biblioteche private nel raggio di 80 chilometri da Stratford-on-Avon senza trovare un solo non volume che fosse appartenuto a Shakespeare. I manoscritti dei drammi costituiscono un problema ancora maggiore: non risulta che sia stato preservato nessuno degli originali. Trentasei drammi furono pubblicati nel primo in-folio del 1623, sette anni dopo la morte di Shakespeare. Durante la sua vita comparvero diverse edizioni non autorizzate, ma Shakespeare, astuto uomo d'affari, non usò vie legali per impedirne la pubblicazione.

Londra e la fama: Le compagnie di attori itineranti erano una caratteristica dell'epoca elisabettiana e nel 1587 alcune si fermarono a Stratford-on-Avon. Se Shakespeare si fosse unito a loro, sarebbe arrivato a Londra nell'autunno di quell'anno. Sappiamo che entrò a far parte della principale compagnia teatrale di Londra: i Chamberlain's Men. Dopo il trasferimento nella capitale la sua sorte cambiò. Con gli anni acquistò proprietà a Londra e a Stratford-on-Avon. Purtroppo non c'é alcuna chiara testimonianza della sua attività dal 1583 al 1592: gli importanti "anni mancanti". Il teatro Globe fu costruito a Southwark nel 1599. Prima di allora drammi con il nome di Shakespeare erano noti a Londra, ciò nonostante non diventò mai famoso. Alla sua morte non ci fu un funerale imponente come per gli altri drammaturghi, quali Ben Jonson, e Francis Beaumont, che furono entrambi sepolti con una cerimonia sontuosa nell'abbazia di West-Minster a Londra.

Possibili Candidati: Il nome Shakespeare fu forse utilizzato invece al posto del nome del vero autore, o addirittura dei vari autori? Sono stati fatti più di 60 nomi, fra cui quello del drammaturgo Christopher Marlowe e di personaggi impensati quali il cardinale Wolsey, sir Walter Raleigh e persino la regina Elisabetta I. Quali di queste ipotesi merita maggior credito? Il primo candidato e' Francesco Bacone, che studiò all'università di Cambridge. Di tre anni maggiore di Shakespeare, diventò un noto avvocato e funzionario di corte nonché autore di molte opere letterarie. L'idea di attribuire a Francesco Bacone le opere di Shakespeare fu avanzata per la prima volta nel 1769, ma venne ignorata per quasi 80 anni. Nel 1885 si formò un’associazione per promuovere questa causa, e furono presentate molte prove. Per esempio, Bacone visse una trentina di chilometri a nord di Londra, vicino a Saint Albans, cittadina menzionata 15 volte nelle opere di Shakespeare, mentre il suo paese natale, Stratford-on-Avon, non e' menzionato mai. Roger Manners, quinto conte di Rutland, e William Stanley, sesto conte di Derby, hanno entrambi i loro sostenitori. Erano uomini colti e avevano una vasta esperienza della vita di corte. Ma perché sia l'uno che l'altro avrebbero nascosto la propria opera? Il prof. Pierre S. PorohovShikov, battendosi nel 1939 a favore del conte Rutland, disse: "I suoi primi scritti furono stampati anonimi, gli altri sotto uno pseudonimo semplicemente perché era disdicevole che un nobiluomo scrivesse per i comuni teatri". Alcuni hanno avanzato l'ipotesi che i drammi di Shakespeare fossero opera di un consorzio di scrittori, ciascuno dei quali dava il suo contributo. Oppure Shakespeare, essendo un attore provetto, avrebbe curato l'edizione e la messa in scena di drammi altrui? Di lui si diceva che mai 'cancellasse un rigo' dei sui manoscritti. Questo poteva avvenire solamente se curava l'edizione, apportando piccole modifiche a opere di altri autori che gli venivano sottoposte. Qual'e' la ragione principale per cui alcuni dubitavano che Shakespeare fosse l'autore? La Worl Book Encyclopedia osserva che la gente "rifiutava di credere che un attore di Stratford-on-Avon potesse averli scritti. La presunta origine campagnola di Shakespeare non corrispondeva all'immagine del genio che scrisse i drammi". E aggiunge che quasi tutti gli altri autori proposti "appartenevano alla nobiltà o alle classi alte". Quindi molti di coloro che mettevano in dubbio che Shakespeare ne fosse l'autore ritengono che "solo un uomo istruito, raffinato, di condizione sociale superiore poteva aver scritto i drammi". Ma, come si é già detto in questo articolo, molti studiosi importanti sono convinti che li abbia scritti Shakespeare.>>

Aggiungiamo che Shakespeare conosceva bene anche la storia romana e sapeva  che Pompeo aveva soggiornato  a Messina (parte storica):

Con le navi avute da Marco Antonio e con quelle varate nel porto Julio, nel luglio del 36 a.C., Ottaviano poté definitivamente dichiarare guerra a Sesto Pompeo. Il suo piano era quello di accerchiare in una morsa la Sicilia, da sempre base del nemico, e per farlo divise in tre parti il suo potenziale bellico, contando anche sugli eserciti di Lepido, proveniente dall’Africa, e di Statilio Tauro che scese da Taranto........

Alla sconfitta della flotta, fece seguito nel giro di pochi giorni anche quello delle  truppe pompeiane intrappolate a Messina, che rimaste senza un capo e senza nessuna prospettiva di vincere, si arresero a Ottaviano.

....... In Italia, nel frattempo, Lepido che da tempo aveva ormai compreso di essere stato messo in minoranza nel triumvirato, volle giocarsi la possibilità di rimanere al potere con la carta della forza. Prese, allora con se le legioni di Sesto Pompeo arresesi a Messina,  arrivando ad avere così, sotto il proprio comando un mastodontico esercito formato da oltre 100 mila uomini, molto diviso, però, tra rivalità e gelosie.

Così infatti ci racconta la storia che prendiamo dal seguento sito...

5.http://www.cronologia.it/storia/aavcr3htm

Egli (Pompeo) faceva assegnamento sui suoi legionari; questi invece erano malcontenti di lui perché aveva ammesso al bottino fatto in Sicilia anche le otto legioni di Pompeo datesi a lui a Messina. D'altra parte ai legionari di Pompeo non riusciva gradita l'idea di una nuova guerra. Le venti legioni quindi che Lepido aveva sotto il suo comando, divise da gelosie ed agitate da malumori, non costituivano una forza temibile.

http://www.cronologia.it/storia/aavcr36.htm

Il piano di Ottaviano era questo: Agrippa doveva sbarcare a Tindari sulla costa settentrionale della Sicilia, il triumviro doveva occupare Tauromenio, protetto nelle operazioni di sbarco da Statilio: Le truppe sbarcate, congiuntesi, dovevano tagliare le comunicazioni di Pompeo, che stava a Messina, con l'interno dell'isola.....
.....la battaglia decisiva  fu combattuta il 3 settembre tra Mile e Nauloco. Quasi pari erano le forze e per parecchio tempo incerto fu l'esito della lotta. Quando questa cominciò a volgere in favore di Ottaviano, Sesto Pompeo con diciassette navi abbandonò al nemico il resto della flotta e, recatosi a Messina, prese con sè i tesori e la famiglia e si diresse alla volta dell'Asia nella speranza di potere indurre Antonio ad aiutarlo.
....Le navi pompeiane, rimaste prive di Pompeo e di Democare che si era ucciso, furono sbaragliate; quelle che non andarono a picco si arresero e lo stesso fecero le truppe di terra. Messina, assediata dalle legioni di Emilio Lepido, capitolò....
 

Nella Commedia di Shakespeare "Antonio e Cleopatra".....  Pompeo conoscendo questi fatti storici parla della casa di Pompeo che è a Messina e proprio lì ambienta l'ATTO SECONDO - SCENA I -

Messina. In casa di Pompeo
Entrano POMPEO, MENECRATE e MENAS, in assetto di guerra

 

Sotto Antonio e Cleopatra scritto da William

http://www.rodoni.ch/busoni/bibliotechina/shakespeare/cleopatra2.html

 

    La questione “omerica” shakespeariana si risolvera' presto?

Probabilmente no. A meno che non vengano alla luce nuove prove sotto forma di manoscritti originali o fatti che colmino gli anni mancanti, William Shakespeare, "questo massimo genio della letteratura". La sua nascita e la sua formazione sono destinati a rimanere  un affascinante enigma. E noi continuiamo a sperare che sia davvero Michelangelo Floria Scrolla Lanza o Crollalancia e nell'attesa che una luce ci sveli e dia certezza al nostro desiderio, alla nostra apirazione, al nostro intuito,  vi aggiungo il link dell'opera di Shakespeare ambientata a Messina con il titolo "Tanto Rumore per Nulla" - "MUCH ADO ABOUT NOTHING":

http://www.gregorys.it/poesie/willshake/rumor.htm

 

 

MOLTO RUMORE PER NULLA

 

 

 

PERSONAGGI

DON PEDRO, principe di Aragona

DON GIOVANNI, suo fratello naturale

BENEDETTO, giovine padovano

LIONATO, governatore di Messina

ANTONIO, suo fratello

BALDASSARRE, del seguito di Don Pedro

BORRACCIO, CORRADO: del seguito di Don Giovanni

FRATE FRANCESCO

SANGUINELLO, ufficiale della pace

AGRESTO, caporale rionale

UN CHIERICO

UN RAGAZZO

ERO, figlia di Lionato

BEATRICE, nipote di Lionato

ORSOLA, MARGHERITA: damigelle di compagnia di Ero

Messi, Musici, Guardie, alcuni Gentiluomini eccetera eccetera

La scena è a Messina

 

ATTO PRIMO

 

SCENA PRIMA - Il giardino della casa di Lionato

(Entrano LIONATO, ERO e BEATRICE con un Messo)

 

LIONATO: Apprendo da questa lettera che Don Pedro d'Aragona sarà stasera a Messina

MESSO: A quest'ora sarà vicinissimo: non era a tre leghe quando io l'ho lasciato.

…………………

 

 

 

Questa commedia pare derivi dall’archetipo “Troppu  traficu   ppi nnenti” testo attribuito a Messer Michele Agnolo Florio Crollalancia messinese, la cui traduzione fatta dal noto Andrea Camilleri viene portata in scena sui teatri nazionali curata dal regista Giuseppe Dipasquale. Ma Camilleri non è il traduttore  della commedia di Shakespeare poichè l'originale di tale lavoro è scritto proprio in dialetto messinese, tuttalpiù rispolvera tale opera e la riporta in scena. 

 http://www.vigata.org/teatro/troppu_traficu_ppi_nenti.shtml e questa la rassegna stampa di quest'opera riscoperta a Catania nel 2000 e mai portata in scena nella sua vera patria: Messina http://www.vigata.org/rassegna_stampa/2000/Set_2000.shtml

 

La forza semplice del testo shakespeariano, scritto nel 1598, rivive, immutata e mai sorpassata, anche nella fedelissima trasposizione cinematografica di Kenneth Branagh (1993). 

 

http://www.repubblica.it/trovacinema/scheda_film.jsp?idContent=120737

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Molto_rumore_per_nulla_(film_1993)

 

In questa commedia degli equivoci scritta in dialetto messinese si possono riscontrare sono dei modi di dire, dei doppi sensi propri della parlata messinese, inoltre emerge  quel particolarissimo carattere del messinese che ama complicarsi l'esistenza con gli equivoci.

 

 

Massimo Mastronardo

 

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