La Storia


 

Messina tra leggenda e storia

(2148 a.C - 261 a.C.)

 

 

 

 

Riuscire a sintetizzare questa grande e gloriosa storia cittadina è una impresa davvero difficile e speciale, perché troppo ricca di contenuti, tutti troppo importanti per non essere citati e ben dettagliati, speriamo bene e che sia scorrevole in un sol colpo...

 

     C’era una volta la nobile e incantevole Messina …. Così cominciano tutte le belle favole e così comincia anche la nostra storia…Quanti tra noi, cittadini messinesi, hanno ricordo degli avvenimenti vicini e lontani accaduti nella nostra città, e quanti di noi sanno perché si trovino vie con il nome De’ Verdi e Cavalieri della Stella, o perché sia stata eretta una statua a Don Giovanni d’Austria?

 

    Oggi vi voglio raccontare questa storia perché gli anziani ricordino e i giovani conoscano...

 

    “Il mare, come un azzurro fiume, divide Messina dal continente, ed è veicolo di comunicazione tra l’Adriatico e il Mediterraneo – onde alcuni la vogliono paragonata a Costantinopoli, altri all’antica Corinto. Messina sorge ad anfiteatro, con sulla destra il ricurvo braccio di S. Rainiero, con sulla sinistra lo storico Peloro, con alle spalle una catena amenissima di colline, fra le quali primeggiano l’Oliveto, la Guelfonia, la Caperrina, il Tirone.”

 

     Così apre, descrivendo la città di Messina, un antico sgualcito e ingiallito libercolo che cita la frase di un personaggio come il grande La Farina figlio eccelso di questa città, concittadino a cui stava a cuore magnificare le bellezze della nostra falce. La descrizione, anche se con il linguaggio aulico delle epoche che furono, evidenzia in tutta la sua bellezza l’ubicazione della splendida città nella quale viviamo.

 

     Forse non tutti sanno che le sue coordinate geografiche sono 38° 17’ di latitudine e 33° 33’ di longitudine, ma sicuramente tutti conoscono il clima delizioso e salubre e il cielo azzurro e sereno che fanno di questa città un’oasi climatica.

 

     E il libercolo così continua…“La città fu sempre munita di mura e fortificata: le ultime cinte vennero innalzate dal viceré Gonzaga, e munite di ben quattro baluardi; ad esse posero mano architetti valenti, ed erano stimate opere magnifiche e solenni. Le nuove arti della guerra le resero pressoché inutili, ed oggi di esse non rimangono che poche vestigia… Ma ciò che rende notevole fra le più illustri d’Italia la nostra città, è la sua storia e tutto il suo passato glorioso, il suo patriottismo, e le opere egregie e le gesta de’ suoi cittadini d’ogni tempo, siano essi nobili o popolani, scienziati o guerrieri, artisti o scrittori”.

 

     Già nella mitologia greca Messina assumeva un significato primario e direi quasi fondamentale per il prosieguo delle altre narrazioni mitiche… Si racconta che Urano, dio primigenio, che rappresentava il cielo stellato, in unione con Gea, la Terra, diede alla luce i sei Titani, le sei Titànidi, i tre Ciclopi e i tre Ecatonchìri. Esseri primitivi che il padre Urano rinchiuse nel Tartaro. I motivi della prigionia dei figli era dovuto alla paura che Urano nutriva nei loro confronti, sia perché questi rappresentavano lo sprigionarsi delle Forze Naturali come le Tempeste, i Lampi, i Fulmini ecc; sia perché temeva che lo potessero spodestare. Gea nel frattempo indusse i propri figli a ribellarsi alle volontà del padre snaturato. Il più giovane di essi “il Tempo” e cioè Krono, assalì nel sonno il padre, lo ferì gravemente con una falce datagli dalla madre e liberò i fratelli. Egli così tenne per sé il dominio del mondo. Dal sangue di Urano caduto sulla Terra nacquero le Erinni, i Giganti e le Ninfe dei frassini. In quanto alla falce essa cadde sulle rive del mare Ionio proprio in Sicilia, ancorandosi con la terra, e formando una bellissima città (Messina) che per questo fu chiamata Zancle (falce).

 

    Questo ci tramanda la Mitologia, ma la Storia racconta pagine ancora più belle ed eroiche. Conoscere questi eventi significa conoscere questa città, le sue tradizioni, le sue usanze, ma soprattutto capire la Messina di oggi.

 

     Messina era in tempi antichissimi chiamata appuntoZancle, forse anche in omaggio ad uno dei capi dei suoi primi abitatori detto Zanclo, o forse, come sopra raccontato, dalla parola “zanclon” che significa falce dalla forma del suo porto naturale.

 

    La città comunque fu fondata nel 2148 a.C. ben 1375 anni prima che venisse fondata Roma, secondo alcune fonti, secondo altre doveva essere ancora più antica, infatti, in una vecchia pianta della città si leggeva:

Antica e Massima città di Zancle, edificata da Zanclo nell’anno del mondo dopo il diluvio 268 ed avanti l’incarnazione 2421, Capo e signora di tutte le nobili città della Sicilia e Massima Repubblica.”. Fu rifondata dai greci intorno al 757, a.C. dai calcidiesi Cratemene e Periere, nella zona Castellammare, dove la lingua di terra si inarca. Essi fondarono altre colonie tra cui Himera, Mylae e Rhegion.

 

    Cinque secoli prima della venuta di Cristo i Samii, popoli greci assai intraprendenti, giunsero a Zancle dove furono accolti come amici. Ma ben presto essi si dichiararono signori e padroni della città. Poco dopo Anassila, signore di Reggio, invitò i Messeni, popolazione di origine greca a stabilirsi sulla costa calabra, per sconfiggere i Sami ormai troppo autonomi e divenuti ribelli al suo regime. Questi che da poco erano stati sconfitti dagli spartani accettarono l’invito. Essendo poi Anassila venuto in conflitto con i zanclei, fu aiutato dai messeni nella lotta contro gli abitanti dell’altra riva dello Stretto. I messeni smantellarono le fortezze e le mura della città fortificata e vi penetrarono. Anassila diede ordine di mettere a ferro e fuoco la città, ma i capi messeni: Gorgo e Manticlo non eseguirono gli ordini, perché si riconobbero in quel popolo che con la tenacia e l’amore verso la propria terra resistevano tenacemente e così si accordarono coi zanclei per vivere insieme pacificamente e formare un popolo solo.

 

    Dopo questo episodio il nome della città fu mutato in quello di Messana. I messinesi ebbero un libero governo. Da ricordare che nella storia, i messinesi, non furono mai totalmente dominati, ma  fu sempre lasciata carta bianca in quanto a legislazione e amministrazione di beni.

 

     I messinesi, come i greci da cui discendevano, avevano in grande considerazione la cura del corpo e della cultura dei loro giovani. La Storia ci racconta che due giovani messeni abbiano partecipato e vinto nei famosi giochi olimpici che si celebravano in Grecia: Simmaco vinse nella corsa, Leontisco nella lotta e a quest’ultimo fu eretta una statua nella città di Olimpia.

 

     Popolo fiero, i messeni nel 395 a.C. combatterono contro i Cartaginesi, ma questa battaglia costò la perdita di ben 20.mila cittadini che non si arresero di fronte al nemico.

 

    Nel 348 a.C. la città, con l’aiuto dei Corinti poté riconquistare la perduta libertà. Nel 300 a.C. un forte nucleo di giovani desiderosi di nuove avventure, questi lasciarono l’Abruzzo e la campania raggiungendo la punta estrema orientale della Sicilia. Il loro nome era “Mamertini”, fiero popolo italico, al soldo di Agatocle, tiranno di Siracusa e successivamente avvenuta la sua morte (289 a.C.) misero in atto a Messina un violento colpo di stato e solo dopo diversi scontri e sanguinose battaglie riuscirono a fondersi con l'antica popolazione locale dei messeni, dei siculi  e degli zanclei, arrivando di fatto ad assumerne il pieno controllo – strategicamente assai rilevante – dello Stretto. I mamertini (ovvero “gente di Mamers”, dal nome della divinità italica guerriera, simile a Marte, venerata dagli Osci) resistettero al Re Pirro – che pure li sconfisse durante la “parentesi siciliana” delle guerre tarantine- ma vennero poi severamente battuti severamente da Gerone II di Siracusa presso il fiume Longano (nel 269 a.C.). Al fine di mantenere comunque le loro posizioni di prima città della Sicilia, chiesero soccorso ai cartaginesi, che inviarono immediatamente una guarnigione a Messina provocando però ben presto il malcontento dei mamertini stessi. Questo provocò la repentina richiesta di aiuto ai romani in funzione anticartaginese (264 a.C.) e fu proprio questa scintilla il fattore scatenante della prima guerra punica. Essi una volta conquistato il predomino della città per un breve periodo trasformarono il nome della città da Messana a Mamertina, difatti mamertini fu l’altro nome con cui furono detti gli abitanti di Messina.

 

    Venuti dunque in conflitto sia con Gerone di Siracusa che con i Cartaginesi, chiamarono in aiuto i romani e nel 261 a.C. il console Appio Claudio riuscì a sconfiggere prima Gerone e poi i Cartaginesi. Per ricordare questo episodio fu costruita una strada e in onore del console fu chiamata Via Consolare Valeria, essa arrivava fino a Capo Lilibeo ed inoltre fatto ancora più importante, alla città vennero concessi dei privilegi:

·        quello di essere posta sopra tutte le altre della Sicilia;

·        quello che i suoi cittadini avessero gli stessi onori dei cittadini romani;

·       quello che il territorio di Messina avesse per confini Patti da un lato e Lentini dall’altro

·        e soprattutto che la potestà romana fosse esercita per tutta l’isola da questa città.

Questo ciò che successe agli albori, per chi ha voglia di sapere e ricordare ci segua nei prossimi racconti…

Cicerone, il grande disse: Messina Civitas Maxima et Locupletissima, Messina Caput Viarum!!!

 

                                                                          Prefazione              

                                                             40 a.C.-1233 d.C.         1250 d.C.-1571 d.C 

                                                         1595 d.C.-1708 d.C.       1713 d.C.-1783 d.C.     

                                                            1847 d.C.-1854 d.C.        1858 d.C.-19.. d.C. 

                                                       I Terremoti               Il Vascelluzzo

                                                                   La Palazzata              Il Teatro

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