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La Storia


 

 

Messina tra leggenda e storia

 

1858-19..

 

   

    L’alleanza tra Vittorio Emanuele II e Napoleone III stretta nel 1858 trovò i patrioti messinesi pronti alle armi, essi infatti guardavano a quell’evento con gioia e vedevano  vicina la fine del governo di Ferdinando II. Si formò un nuovo comitato insurrezionale. Il 4 aprile 1860 Palermo insorse e l’8 aprile 1860, giorno di Pasqua, Messina rispondeva con pari audacia al gesto e si accomunava nella lotta. Gli agenti borbonici presero provvedimenti eccezionali sguinzagliando per le vie cittadine pattuglie armate.

 

    Intanto il generale Garibaldi vinta, dopo lo sbarco dei Mille a Marsala, la battaglia di Calatafimi,  avanzava vittorioso verso Messina. Partito da Palermo il 18 luglio, il 19 giunse a Merì e passate in rassegna le truppe diede disposizione perché l’indomani fossero assalite le truppe borboniche. Il coraggio dei siciliani, guidati dal valoroso eroe dei due mondi,  ancora una volta veniva premiato, i soldati regi furono sconfitti. Molti volontari messinesi caddero feriti, altri  uccisi durante il  combattimento.

 

    Il 27 luglio Garibaldi faceva solenne ingresso a Messina. Questo fausto evento è ricordato in una lapide in marmo posta all’inizio della via Garibaldi, nel quartiere S. Leone: Per questa strada – il XXVII Luglio MDCCCLX – entrava liberatore Garibaldi.

 

    Passato Garibaldi e vinta il 1 Ottobre la battaglia del Volturno, che poneva fine al Regno dei Borboni nelle Due Sicilie, fu concesso un Plebiscito perché si conoscesse la volontà popolare sulla sorte politica di queste regioni. Il 21 Ottobre 1860 i cittadini andarono alle urne e i siciliani votarono a favore dell’annessione dell’isola a Casa Savoia e quindi al Regno d’Italia.

 

    A Messina la votazione fu la seguente: 24.254 voti per il si, 8 per il no. I votanti furono 24.262 e gli aventi diritto 26.159.

 

    Ligia ai Borboni rimaneva la Cittadella di Messina. Il 27 febbraio 1861 fu portato il primo assalto per la sua resa che finì per capitolare il 1 marzo.

 

    Questa la storia di questa cara, gloriosa e fiera città fino all’unità d’Italia, gli accadimenti successivi non fanno  parte né della leggenda, né della storia, ma sono  cronaca.  

 

    E la cronaca narra di due terribili guerre che distrussero quello che i terremoti avevano risparmiato, ma che non fiaccarono lo spirito guerriero dei cittadini di questa città. Soprattutto l’ultima grande guerra aveva  messo in evidenza un nuovo senso di solidarietà, di aiuto reciproco. Gli eventi bellici avevano fatto mettere da parte ai peloritani quell’indolenza e quel  senso di fatalismo tutto messinese, e avevano messo in moto il senso di soldarietà e  innescato una nuova laboriosità.

 

    In tutti i campi a Messina era fervore artistico e culturale. Nascevano in quegli anni “La Gazzetta del Sud” per volontà di Uberto Bonino, spezzino d'origine, ma messinese di adozione, la “Rassegna Cinematografica” che ospitava artisti internazionali, chi non ricorda Litz Tylor e Richard Burton.

 

    Messina era il crocevia dell’Europa, infatti con la conferenza di Messina del 1955 per volontà di Gaetano Martino, i ministri degli esteri d’Europa decisero di dar vita al “Mercato Comune Europeo” proprio dalla nostra città.

 

    Poi a poco a poco, quasi senza accorgercene siamo stati defraudati e ci siamo privati di tutto ciò. Non ci siamo resi conto di tutte le cose che stavamo perdendo e che occorreva difendere questo patrimonio. Sia gli amministratori che tutti i cittadini avrebbero dovuto lottare e non stare a guardare, ma ancora siamo in tempo...

 

Adesso...

 

    Gli accadimenti narrati ,recuperati alla memoria attraverso il ricordo  degli anziani e rintracciati attraverso vecchi libri, raccontano di fatti e eventi intrisi di sentimenti e di voglia di lealtà e libertà.

    Forse qualche episodio è stato omesso e qualche circostanza meno importante è stata dimenticata. Adesso, in quest’Italia unita, almeno sulla carta, in quest’Italia che parla un idioma unico e sempre più straniero, in quest’Italia dove l’aggettivo patriottismo è diventato demodé, in quest’Italia in cui ancora ci vergogniamo di cantare insieme l’Inno di Mameli, in quest’Italia di cui Messina  dovrebbe sentirsi parte integrante, non  conosciamo o ci siamo dimenticati i tempi in cui l’impegno sociale e politico  incalzava e arricchiva la fervida fantasia  delle giovani generazioni e costituiva promessa di vita per gli uomini,  non  conosciamo  o ci siamo dimenticati cosa vuol dire lottare per ideali di giustizia.

   

    Questo scritto allora non vuole  essere uno sterile  racconto di fatti e avvenimenti, ma vorrebbe trasmettere  una ritrovata voglia di impegno sociale, di amore per le tradizioni e verso questa nostra martoriata e amata terra.

 

    Il ricordo storico della nascita e della crescita della nostra città è rivolto proprio a questa nostra comunità distratta  dal consumismo e dall’egoismo, manchevolezze queste che ci allontanano  dai veri valori che portano in alto non solo una nazione, ma l’uomo stesso.

 

    Ricordiamoci che la “Crescita di una città e di una comunità”  non scaturisce  da guerre fratricide tra popoli e popoli, non da odi razziali, non da lotte di religione,  ma è  fondata su  valori quali la Virtù, la Saggezza, la Cultura e l’Onestà. Valori che devono primeggiare  in un mondo fatto solo di immagini e che  dovrebbero essere trasformati in strumento di comunicazione e interscambio tra popoli e culture.

 

             Prefazione             

          40 a.C.-1233 d.C.       1250 d.C.-1571 d.C 

           1595 d.C.-1708 d.C.    1713 d.C.-1783 d.C.     

        1847 d.C.-1854 d.C.     1858 d.C.-19.. d.C. 

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