IL VASCELLUZZO


Durante la processione del Corpus Domini, si rinnova a Messina la tradizione popolare del Vascelluzzo.
Si tratta di un vascello a tre alberi lungo circa un metro con l'anima in legno rivestito da lamine d'argento finemente lavorate a cesello che riproduce in maniera molto fedele un galeone.

Nel galeone si ergono tre alberi  dove viene fissato un reliquario contenente i capelli con cui, secondo la tradizione, la Madonna legò la lettera inviata ai messinese. Ancora al di sopra si trovano  due puttini alati, anch’essi d’argento che reggono una corona.

Dalle fiancate sporgono otto cannoni per parte; altri sono presenti sulla poppa che mostra anche quattro cariatidi dorate. Sempre sulla poppa è presente l'immagine della Madonna sullo sfondo di Messina: visibile è la Palazzata di Simone Gullì cominciata nel 1622.

Il vascello poggia su una base d’argento incisa col motivo ad onde marine ornata con foglie e fiori; sulle facce vi sono raffigurati i volti che secondo la tradizione sarebbero i marinai fondatori della confraternita di S. Maria di Portosalvo. Vi sono inoltre quattro medaglioni con le effigi della Madonna della Lettera, di S. Alberto con la Bibbia e un giglio, S. Placido insieme ai fratelli (secondo la tradizione martirizzati e sepolti a Messina) e la Madonna di Portosalvo con la veduta di Messina.
Sull'intera struttura compaiono varie date a partire dal 1644 (le date sulla base, 1767 e 1792, fanno pensare che questa sia successiva al vascello), ma documenti della fine del XVI secolo fanno accenni alla realizzazione dell'opera che la confraternita dei marinai aveva il privilegio di portare in processione.
Questa preziosa opera dei maestri argentieri messinese è legata ad avvenimenti storici accaduti nella città di Messina.

Il più antico si rifà all'assedio di Messina da parte del duca Roberto di Calabria nel 1302. La città stava capitolando per fame quando, grazie alle suppliche alla Madonna formulate da Alberto, monaco del convento di Pozzoleone, giunsero in porto delle navi cariche di grano e viveri che salvarono i Messinese dall’assedio e dalla fame.

 L’altro episodio però collegato più spesso al Vascelluzzo risale al 1603 mentre una terribile carestia affliggeva tutta la Sicilia e in particolare la città di Messina. Il fatto era risaputo e le imbarcazioni straniere cercavano di evitare il passaggio nello stretto per non incorrere nelle azioni di pirateria degli affamati messinesi. Una grossa nave, carica di 5000 salme di grano, veniva da Volo, città greca, diretta a Napoli. Mentre passava per lo stretto dalla parte di Capo Peloro si alzò un fortissimo vento contrario, e si scatenò una terribile burrasca, il bastimento fu privato, in poco tempo del timone e le vele furono squarciate dal vento. La disperazione fu tale che l'equipaggio, seguendo il costume marinaresco e la superstizione del tempo, si affidò alla sorte per sapere a quale santuario o Madonna dovesse votarsi per avere soccorso. Da queste preghiere venne fuori il nome della Madonna del Piliere di Messina. I marinai di quel vascello costruirono una zattera, sulla quale montarono quattro uomini, estratti a sorte, e  malgrado la tempesta giunsero in Messina dove narrarono il fatto. Prontamente la città di Messina benché prostrata dalla carestia, ma sempre pronta e generosa nei bisogni e nelle richieste altrui,  inviò i soccorsi. Una galea carica di vele, sartiame ed altri attrezzi utili fu mandata alla nave greca per dare aiuto. E così il bastimento fu rimorchiato in porto e accolto dal popolo affamato come un messaggio soprannaturale, poiché bastarono infatti quelle 5000 salme di frumento ed altre che poi arrivarono, a liberare Messina dal terribile flagello della carestia.

Questi avevnimenti colpirono la fantasia popolare sempre legata alla fede, e gli fecero credere ad un miracolo della Madonna Protettrice della città. Sicchè il Senato ordinò che questo avvenimento fosse ricordato ogni anno con una processione, e offrì alla Cattedrale a ricordo della grazia, una nave d'argento, che è detta il " Vascelluzzo " e che ogni anno viene portata in processione per la città.

Ancora oggi il Vascelluzzo, adorno di spighe di grano, dopo la funzione del Corpus Domini, viene condotto a spalla dalla chiesa di S. Maria dei Marinai (sua nuova sede) al Duomo dove gli viene aggiunta la reliquia con i capelli della Madonna. Nel pomeriggio, dopo un giro attraverso la città, viene riportato alla chiesa dei Marinai dove viene spogliato delle spighe che vengono distribuite ai fedeli insieme a piccoli pani di grano.

 

 

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