La Città Fantasma

 

Messina città fantastica e poetica non solo nella sua storia dovette assistere alle nefandezze, dei prepotenti di turno, dei terremoti e di altre scelleratezze, ma dovette anche sorbirsi più di ogni altra città l'assurdo svolgersi di una guerra tragica: la seconda guerra mondiale, davvero crudele nei suoi confronti.

(Nella foto Messina fumante, ma apparentemente intatta)

    Dovete sapere che dopo il terremoto catastrofico del 1908 i governatori della città, impauriti di nuovi movimenti tellurici di alta intensità, costruirono le abitazioni e gli edifici pubblici con devozione secondo norme antisismiche legate alla nuova metodologia del cemento armato.

    Messina fu la prima città in Italia a sperimentare tale tipologia costruttiva. La cosa riuscì davvero bene, infatti alla fine della seconda guerra mondiale, mentre i tedeschi si ritiravano facendo razzie e gli americani bombardavano per costringere il nemico a retrocedere, chi navigava nei cieli dello Stretto vedeva dall'alto la città sempre integra e perfetta, quindi, pensando che non fosse passato ancora nessuno, iniziava a bombardare con maggiore accanimento e ferocia. Dai velivoli militari inglesi ed americani venivano scagliate verso il suolo peloritano una innumerevole serie di bombe. Essi chiamarono allora Messina: "La città fantasma" perché dall'alto non sembrava avere subito ingenti danni, così ogni qualvolta altri velivoli degli alleati attraversavano  l'area dello Stretto lanciavano una quantità innumerevole di ordigni continuando a distruggere la città.

(Nella foto il Palazzo Littorio)

 

    La bella e defraudata Messina divenne poi davvero un luogo Fantasma, perché i messinesi ormai esasperati dai bombardamenti si rifugiavano nelle campagne vicine, nelle colline prossime alla città e nei villaggi periferici. Messina era di nuovo cemento barcollante, vi abitavano ancora una volta terrore e lutto,  come in una tragedia greca dalla trama già scritta, dolore e desolazione incombevano sulla vecchia, antica e nobile Messina. Seguendo un destino già scritto e funereo i cittadini messinesi  si attestavano verso l'ennesima rassegnazione, ma come araba fenice per la caparbietà dei suoi abitanti, supportati dalla smisurata  fede nell'alma Maria, Messina risorse nuovamente dalle sue ceneri.

    La Bella Zancle subì 4 bombardamenti navali e pensate, ben 2805 bombardamenti aerei. Il periodo che vide il maggior numero di attacchi aerei fu nella notte tra il 29 luglio ed il 17 agosto 1943.

    Nella prima settimana di Agosto le fortezze volanti attaccarono la città per ben 121 volte di giorno ed i Wellington 225 volte di notte.

    Nella seconda settimana di agosto invece bimotori Marauder e Mitchell fecero 576 sortite ed i bombardieri udite bene effettuarono in città 1883 incursioni(in una sola settimana). Complessivamente nelle due settimane agostane, periodo in cui noi ragazzi di oggi andiamo al mare e proprio vicino alle nostre spiaggie, vennero lanciati 6542 Tonnellate di esplosivo. I velivoli che fecero notevoli danni furono i Liberator.

    L'offensiva della Mediterranean Allied Air Forces si sviluppò in un crescendo imponente di sforzi realizzando micidiali concentrazioni di fuoco su gran parte dell'area edificata, tanto in centro quanto in periferia, nei sobborghi, nei villaggi, sugli obiettivi strategici e non.

    Fu davvero una catastrofe, odore di morte e terrore in ogni dove. Gravemente danneggiati edifici pubblici, quartieri residenziali, ospedali, chiese, impianti industriali, paralizzati i servizi interni le comunicazioni, rese intransitabili le strade e devastato dalle fiamme un immenso territorio boschivo come quello dei peloritani.

    Consolidata invece nella sua notevole e solida muratura, divisa in isolati la città resistette comunque meglio del previsto ed il suo volto non sembrava totalmente sfigurato. Ancora la città voleva dimostrare a se stessa e al mondo che Messina è dura a morire!

(Nella foto accanto una voragine nel centro di Piazza Cairoli)

    Concludiamo con una frase di Antonio Andò, Sindaco di Messina nel 1979(data in cui io ho visto per la prima volta la luce della vita). Questa frase presa dal libro sui bombardamenti mi ha colpito notevolmente e spero sia così anche per voi:

<<I giovani troveranno motivi di riflessione, di più intenso amore per la nostra città, incitamento perché gli orrori della guerra qui illustrati non abbiano più a ripetersi, sostituiti dalla volontà di vivere e di operare per la pace ed il bene comune.>>

Antonio Andò   ex Sindaco di Messina

 

    Il bene comune e la voglia di operare per il bene della nostra città è il solo scopo che abbiamo noi giovani di Messina. Senso di appartenenza alla nostra città è quello in cui dobbiamo credere, affinché sentendoci tutti messinesi in ogni frangente sociale, riusciamo nell'impresa di far rilucere e migliorare questa città e di spingerla verso un unico obiettivo quale la trasformazione positiva delle istituzioni, delle aministrazioni e del senso civico dei suoi abitanti.

    Si crescere nella Civitas, nel bene collettivo e non solo individuale, di un tutt'uno che ci affaccia ad una nuova e splendente Zancle. Una città che faccia sognare le nuove generazioni!

    Torna a splendere Zancle, Messana, Messina!

Massimo Mastronardo

Foto: Fonte Libro "Bombardamenti Aerei nella seconda guerra mondiale"

 

Ancora oggi ci sono uomini che con spirito di sacrificio e abnegazione, nell'interesse di tutti in Italia e nel mondo, sminano terreni e disinnescano le bombe retaggio non solo della seconda guerra mondiale, ma di tutte quei conflitti grandi e piccoli che insanguinano il nostro pianeta. Il sito www.biografiadiunabomba.it spiega le ragioni di una professione sconosciuta "addetti alla bonifica bellica in Italia".

 

 

 

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